Il significato di Antilytron[1]

 

 

Quando Roma si allontanò dalla comune fede Ortodossa della Chiesa, perse la capacità di comprensione di questioni importanti relativi alla salvezza. I Protestanti, a loro volta, ignorando quanto accaduto prima della loro Riforma, ereditarono le false posizioni occidentali rendendole ancor più oscure e spingendole alle loro estreme conseguenze. Una di tali questioni, malcomprese al punto di diventare una bestemmia, è la questione dell’Antilytron.

 

I problemi posti dalla mentalità giuridica
Il significato della parola Lytron (l’offerta del riscatto)
Gesù Cristo era uguale ad Adamo?
Colui che riceve il Lytron
Il significato del sacrificio del Signore

 

 

Gli Occidentali, seguendo alcune errate posizioni di Tommaso d’Aquino (1225-1274), si sono serviti di un linguaggio giuridico per spiegare il senso del sacrificio del Signore Gesù Cristo in riscatto dell’uomo. Tale linguaggio un tempo era assai diffuso. Oggi è ancora riscontrabile.

Così, nonostante le varie differenze tra le diverse Chiese Occidentali esiste storicamente un punto in comune tra loro quando si tratta di spiegare il sacrificio di Cristo:

«Adamo ha peccato, e in lui tutti peccarono. Per questo, tutti gli uomini dovevano morire, in quanto colpevoli di peccato. Nessun peccatore era nella condizione di Adamo prima del peccato per cui non poteva “pagare” il debito causato dai peccati da tutti gli uomini. Quindi, per soddisfare la sua giustizia, Dio mandò l’impeccabile Gesù Cristo affinché morisse al posto degli uomini peccatori. In questo modo, Egli pagò il “prezzo di riscatto”, in quanto eguale ad  Adamo. Coloro che crederanno al Suo sacrificio, verranno liberati dalla morte»[2].

Osservando attentamente queste asserzioni constateremo che mostrano delle assurdità che non c’entrano nulla con la fede Cristiana e, soprattutto, con la giustizia di Dio e lo scopo dell’incarnazione del Signore.

 

I problemi posti dalla mentalità giuridica

Affrontare il tema della salvezza operata da Cristo in modo giuridico crea molti più problemi di quanti ne vorrebbe risolvere. Li mostriamo attraverso queste domande:

a. Colui che pecca è Adamo. Perché, dunque, Dio dovrebbe considerare colpevoli tutti gli uomini? Attribuire una colpa di un’altro non è ingiusto?
b. Se, al contrario, gli uomini non sono considerati colpevoli, che tipo di giustizia è quella che ha bisogno di una soddisfazione attraverso la morte di innocenti?
c. Gesù Cristo era proprio uguale ad Adamo, come un essere creato?
d. Quale giudice è tanto ingiusto da condannare consapevolmente una persona innocente a morte per salvare un colpevole?
e. Se il “prezzo del riscatto”, pagato col sacrificio del Signore, era il prezzo del pagamento per la liberazione dell’uomo dalla morte (come nel caso di un rapimento), a chi è stato pagato tale “prezzo del riscatto”? È importante questa domanda perché:
f. Se il “prezzo del riscatto” è stato pagato a Dio, allora Dio s’identifica con il “rapitore” che chiede una taglia, accontentandosi della morte di qualcuno;
g. Se il “prezzo del riscatto” è stato pagato al Diavolo (come a volte si dice), allora questo è potuto accadere senza che Dio giusto lo volesse. Com’è possibile, quindi, che il Diavolo abbia costretto Dio a dare il Proprio figlio innocente a morte come prezzo del riscatto? Ciò comporterebbe l’assurdo che il Diavolo è più potente di Dio!

 

Il significato della parola Lytron (l’offerta del riscatto)

Quanti fraintendono la questione, affermano che Lytron significa il pagamento di una somma per il riscatto di un prigioniero. Osserviamo, dunque, il significato di tale termine nella Sacra Scrittura: 

«Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione (in greco: απολύτρωσις) è vicina» (Lc 21, 28).

«[…] Gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione (in greco: απολύτρωσις) del nostro corpo» (Rm 8, 23).

Dal momento che questi termini si riferiscono alla Seconda Venuta del Signore, non è possibile che abbiano il significato di un certo “pagamento”. È quindi chiaro che in questo contesto il senso della parola “liberazione” (e “redenzione”) significa una liberazione senza versamento di alcuna somma.

«Benedetto il Signore Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo» (Lc 1, 68).

In questo versetto si parla di una “liberazione” già avvenuta, prima che il Signore si sacrificasse. Di conseguenza nulla è stato pagato a nessuno! La parola usata in questi passi della Scrittura ha il senso di “liberazione”.

Si devono trarre le stesse conclusioni per lytron, in riferimento al sacrificio del Signore. Non s’intende il versamento di alcuna somma ma, al contrario, la liberazione ottenuta attraverso questo sacrificio SENZ’ALCUN pagamento nei riguardi di qualcuno.

 

Gesù Cristo era uguale ad Adamo?

Tutte le eresie che non ammettono la divinità del Signore Gesù, sono in qualche modo coerenti nel fare quest’errore (Cristo=Adamo) e, di conseguenza, si possono “scusare” quando non capiscono il vero significato del sacrificio del Signore Gesù, che analizzeremo in seguito. Invece, sono inscusabili e incoerenti tutti coloro che accettano la sua divinità e, contemporaneamente, ritengono uguali Adamo e il Signore Gesù.

Osserviamo qualche versetto relativo a questo proposito. La Sacra Scrittura ci mostra chiaramente la superiorità del sacrificio di Gesù rispetto alla disubbidienza di Adamo:

Rm 5, 15-20:

«Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo morirono tutti, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini. E non è accaduto per il dono di grazia come per il peccato di uno solo: il giudizio partì da un solo atto per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.

Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita. Similmente, come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.

La legge poi sopraggiunse a dare piena coscienza della caduta, ma laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia».

Cos’altro si può aggiungere? È evidente che, mentre il peccato di Adamo è stato la causa dei peccati di molti, il sacrificio del Signore era incomparabilmente superiore rispetto al peccato perché ha purificato non solo il peccato di Adamo, ma tutti i peccati accumulati da miliardi di uomini peccatori!

Sarebbe un guaio se il sacrificio del Signore avesse lo stesso valore di quanto posto dall’imperfetto Adamo (anche prima del suo peccato)! Perché il Signore, oltre ad essere Dio, era anche uomo perfetto. Adamo però, non fu creato perfetto, ma “molto buono”. L’espressione biblica “molto buono” è molto meno intensa rispetto a quella di “perfetto”. Analogamente, l’espressione “a sua immagine” è inferiore rispetto a quella di “a sua somiglianza” (Gen 1, 31).

 

Colui che riceve il Lytron

La dottrina giuridica della Redenzione crea dei problemi anche dal punto di vista di chi riceve il Lytron.

Se, infatti, il sacrificio del Signore era l’ “importo” pagato per liberare gli uomini dalla morte, tale somma non avrebbe dovuto essere offerta a Dio, poiché chi ha il potere della morte è il Diavolo, non Dio. A tal proposito la Scrittura dice: «[…] per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita» (Ebr 2, 14-15).

Se, però, Dio dovesse pagare qualcosa al Diavolo, ciò comporterebbe l’impossibilità, da parte Sua, d’imporre “gratuitamente” la Sua volontà. Quindi, il vincitore sarebbe il Diavolo. Invece, secondo la Scrittura, il Diavolo e tutta la sua “corte” è  stato sconfitto con la morte di Gesù in Croce (Col 2, 13-15).

Se fosse stato Satana a ricevere il prezzo del riscatto per la liberazione degli uomini dal potentato della morte, allora il vincitore sarebbe stato lui, non Cristo.

In ogni modo, la Sacra Scrittura dice che “Dio è amore”, non “giustizia”. Di conseguenza, non esiste alcun motivo per cui Dio ha voluto sacrificare l’amore in cambio di qualche eventuale giustizia offesa, da richiedere il contraccambio. Inoltre,  la morte di un innocente al posto dei colpevoli è un’ingiustizia, non una giustizia. Non era Dio ad odiare gli uomini in quanto peccatori, erano gli uomini che lo percepivano come un giudice a causa della loro impura coscienza: «quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo»  (Rom  5, 10).

Dio ci ha sempre amati come un padre e non ha mai chiesto alcuna ricompensa per un’eventuale “giustizia offesa”, com’è rimarcato in 1 Gv 4, 9, 10:

«In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati».

 

Il significato del sacrificio del Signore

I Cristiani ortodossi, però, hanno sempre avuto presente il senso autentico del sacrificio del Signore. Non hanno mai eguagliato il valore del Signore con Adamo. Non hanno eguagliato Dio con un essere ingiusto o un essere malato e assassino. Non sono divenuti una sorta di “avvocati” dei diritti del Diavolo.

La Chiesa ortodossa insegna che il Signore Gesù Cristo è divenuto uomo perfetto, in modo che Egli potesse vincere quanto ha sottomesso e ammalato la natura umana.

Nel Suo volto la natura umana ha vinto il peccato, il Diavolo e la morte (2 Pt 2, 19).

In definitiva il senso di Antilytron è il seguente:

il Signore, per risorgere e vincere la morte, doveva prima morire. In tal modo, nella fede in Gesù Cristo in unione con il corpo della Chiesa, ogni uomo può divenire partecipe di tale vittoria.

 

N. M.
Il testo in greco e in inglese

 

[1] Antilytron: dal greco anti (= al posto di) + lytron (= prezzo del riscatto, taglia). La parola Antilytron (αντίλυτρον) proviene dai versetti (del testo originale): Mt 20, 28  «ώσπερ ο υιός του ανθρώπου ουκ ήλθε διακονηθήναι αλλά διακονήσαι και δούναι την ψυχήν αυτού λύτρον αντί πολλών» (“appunto come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti”) e 1Tim. 2, 6, «ο δούς εαυτόν αντίλυτρον υπέρ πάντων, το μαρτύριον καιροίς ιδίοις» (“che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l’ha data nei tempi stabiliti”).

[2] Questa dottrina appare in germe in Agostino d’Ippona (Enarrationes in Psalmos 147, n. 16: «Considera come fu trattato il nostro riscatto: Cristo pende dal legno: vedi a qual prezzo comprò...; versò il suo sangue, comprò col suo sangue, col sangue dell’Agnello immacolato, col sangue dell’unico Figlio di Dio... Chi compra è Cristo, il prezzo è il sangue, il possesso è tutto il mondo») ma ha ricevuto il suo contributo decisivo, in senso giuridico, dal tedesco Alberto Magno (1193-1280) e, in seguito, è stata fatta propria da Tommaso d’Aquino. Questa dottrina, divenuta classica, esiste ancora nel mondo cattolico laddove è forte l’influsso della dottrina tomistica e agostiniana e in più parti del mondo protestante.

 

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