Ecumenismo umanistico

Arch. Justin Popovic

 

Una delle tante chiese ortodosse distrutte in Kosovo, emblema concreto della distruzione materiale e spirituale del Cristianesimo in Europa

 

 

Rinomato per la virtù e la santità della sua vita ma anche per l’intelligenza profonda del suo pensiero, il nostro contemporaneo, l’anziano Justin Popovic, chierico serbo e professore della Facoltà Teologica di Belgrado, si addormentò nel 1979 in esilio nel Monastero femminile dei Santi Arcangeli a Celje di Serbia, del quale fu Padre Spirituale, mentre era perseguitato dal regime ateista del suo paese. La sua parola schiettamente ortodossa, profondamente teologica e filosofica, si è spesso dimostrata profetica e rivelatrice. Aveva inteso l’essenza del dramma dell’apostasia dell’uomo e indicò con convinzione la soluzione di questo dramma, che consiste nel ritorno dell’uomo alla verità della comunione Teantropica [= Divino-umana] della Chiesa Cattolica Ortodossa. Idea centrale è che ogni tipo di umanesimo (dell’umanesimo europeo) è un vano tentativo dell’uomo in cerca di soluzione al suo dramma. Ai nostri tempi le sue parole, i disperati appelli e gli avvertimenti ai suoi concittadini, avrebbero trovato il loro tragico adempimento. La sua acuta parola in merito al movimento dell’Ecumenismo (nome comune dei falsi cristiani dell’Europa, come lui stesso nota con precisione), che mira a un’inadeguata unione di dottrine religiose e di religioni, è molto utile a fornirci i criteri Ortodossi di interpretazione delle sfide ecumenistiche (intercristiane e interreligiose) dei nostri giorni.

 

Ecumenismo è un nome comune tra i falsi cristiani, delle false chiese dell’Europa Occidentale. Nel suo interno si trova il cuore di tutti gli umanesimi europei, con il Papismo a capo. Tutti questi falsi cristianesimi, tutte le pseudo-chiese non sono nulla di più che un’eresia accanto all’altra. Il loro nome evangelico comune è paneresia. Perché? Perché nel corso della storia le varie sette negavano o deformavano certe caratteristiche del Teantropo e Signore Gesù, e queste sette europee respingono l’intero Teantropo ponendo al suo posto l’uomo Europeo. Qui non vi è alcuna differenza sostanziale tra il Papato, il Protestantesimo, l’Ecumenismo e le altre sette, il cui nome è «legione».

Il dogma ortodosso, meglio dire, il pan-dogma sulla Chiesa, fu respinto e sostituito dal pan-dogma latino eretico sul primato e l’infallibilità del Papa, cioè dal primato dell’uomo. Da questa paneresia, quindi, sono nate e continuamente nascono altre eresie: il Filioque, l’eliminazione dell’Epiclesi, gli azzimi, l’introduzione della grazia creata, il purgatorio, le tante opere dei santi raccolte e immagazzinate in una stanza come se fossero un tesoro materiale, l’insegnamento meccanizzato sulla salvezza e quindi l’insegnamento meccanizzato sulla vita, il papocesarismo, la Santa Inquisizione, le indulgenze, l’uccisione del peccatore per il peccato, il gesuitismo, la scolastica, la casistica, il monarchismo, l’individualismo sociale di vari tipi…

Il protestantesimo? È il figlio più fedele del Papismo, che per il suo profondo razionalismo cadde, attraverso i secoli, da un’eresia all’altra e si annega costantemente nei diversi veleni delle sue erronee credenze. A tal fine, lo spirito superbo del papismo e l’«infallibile» irragionevolezza regna assolutisticamente e devasta le anime dei suoi credenti. In linea di principio, ciascun Protestante è un papa indipendente, in tutte le questioni di fede. Questo, però, porta sempre da una morte spirituale all’altra; e non c’è fine a questo continuo «morire», poiché il numero delle morti spirituali è innumerevole.

Visto, quindi, che le cose stanno così per l’Ecumenismo papista-protestante con la sua pseudo-chiesa e il suo pseudo-cristianesimo non c’è via d’uscita dal proprio vicolo cieco, senza profondo pentimento di fronte al Cristo Teantropo e la Sua Chiesa Ortodossa Cattolica. Il pentimento è il farmaco di ogni peccato, farmaco dato all’uomo dall’unico Filantropo. Senza il pentimento e l’accesso alla Vera Chiesa di Cristo è innaturale e impensabile che si parli di unione «delle Chiese», del dialogo dell’amore, dell’intercommunio (cioè l’intercomunione). La cosa più importante di tutte è diventare «come un sol uomo» del corpo Teantropico della Chiesa di Cristo, e quindi partecipe dell’anima della Chiesa, del Santo Spirito ed erede di tutti i beni del Teantropo.

1. Il moderno «dialogo di amore», che si verifica in forma di nudo sentimentalismo, è in realtà un rifiuto di poca fede della santificazione salvifica dello Spirito e della fede della Verità (2 Tess 2, 13), cioè dell’unico salvifico «amore della verità» (2 Tess 2, 10). L’essenza dell’amore è la verità; l’amore vive ed esiste avverandosi. La verità è il cuore di ogni teantropica virtù, e quindi anche dell’amore. E ognuna di loro predica e annuncia il Teantropo Signore Gesù come l’unico che è l’incarnazione e l’immagine della Verità Divina, cioè dell’Onni-verità. Semmai sia stato che la verità fosse qualsiasi altra cosa che il Teantropo Cristo, allora sarebbe stata cosa piccola, debole, finita, mortale. Tale sarebbe la verità, se fosse stata un senso, un’idea, una teoria, una mente, una scienza, una filosofia, una cultura, l’uomo, l’umanità, il mondo o tutti i mondi, o chiunque o qualsiasi cosa o tutte queste cose insieme. La verità invece è davvero una Persona anzi la Persona del Teantropo Cristo, la seconda persona della Santissima Triade, e quindi è immortale e illimitata, è eterna. Perché al Signore Gesù la Verità e la Vita sono consustanziali: l’eterna verità e la vita eterna (cfr. Gv 14, 6; 1, 4 e 17). Colui che crede nel Signore Gesù cresce incessantemente tramite la Sua Verità nelle sue divine immensità. Cresce con tutto sé stesso, con tutta la sua mente, con tutto il suo cuore e tutta la sua anima. Noi uomini viviamo in Cristo «la verità nell’amore», perché solo così «progrediamo in tutto verso di Lui che è il Capo, Cristo» (Ef 4, 15). Questo si realizza sempre «insieme con tutti i santi» (Ef 3, 18), sempre nella Chiesa e attraverso la Chiesa, perché altrimenti l’uomo non può progredire in Lui, «quale è capo» del corpo della Chiesa, cioè in Cristo.

Non dobbiamo ingannare noi stessi. Esiste anche il «dialogo della menzogna», quando quelli che discorrono mentono consciamente o inconsciamente, l’uno all’altro. Un tale dialogo è familiare al «padre della menzogna», il diavolo, «perché è menzognero e padre di quella» (Gv 8, 44). È familiare a tutti i suoi collaboratori volontari o involontari, quando vogliono realizzare il loro «bene» tramite il male, per raggiungere la loro «verità», con l’aiuto della menzogna. Non vi è «dialogo di amore» senza il dialogo della verità. Altrimenti un tale dialogo è innaturale e falso. Questo è il motivo per cui l’Apostolo chiede che «l’amore sia senza ipocrisia» (Rm 12, 9).

La separazione eretico-umanista e la divisione dell’amore e della verità è un segno di mancanza di fede teantropica e di teantropico equilibrio spirituale e retto pensiero perso. In ogni caso ciò non è mai stato, e nemmeno è la via dei Padri. Solo gli Ortodossi, radicati e fondati «insieme con tutti i santi» nella verità e nell’amore, hanno annunciato e annunciano, dall’epoca degli Apostoli fino ad ora, questo teantropico salvifico amore per il mondo e tutte le creazioni di Dio. Il nudo minimalismo moralistico [= ridotta morale cristiana] e il pacifismo umanistico dell’Ecumenismo moderno fanno solo una cosa: portano alla luce le loro tubercolotiche radici umanistiche, cioè la loro filosofia malata, e l’impotente, «secondo la tradizione degli uomini» (Col 2, 8), morale umana. Manifestano in aggiunta la crisi della loro fede umanistica nella verità e la saccente insensibilità per la storia della Chiesa, cioè per la sua continuità cattolica e apostolica, nella verità e nella grazia. Questo, mentre la mente divina apostolica dei santi padri e il retto pensiero, ci annuncia con la bocca di San Massimo il Confessore la seguente verità di fede: «La fede è il fondamento delle virtù che seguono, voglio dire, della speranza e dell’amore, ponendo così come base la verità in modo sicuro» (R.G. 90, c. 1189).

Non vi è alcun dubbio che la misura dei santi padri dell’amore per le persone e del loro rapporto con gli eretici, ereditata dagli Apostoli, ha un carattere interamente teantropico. Questo esprimono, divinamente ispirate, le seguenti parole dello stesso Santo: «E non scrivo queste cose, non sia mai, perché voglio addolorare gli eretici né per sentire gioia dal loro abuso, ma di più, perché mi fa piacere e gioisco con essi per il loro ritorno. Poiché, cos’è più piacevole per i credenti che vedere i dispersi figli di Dio raccogliersi tutti insieme? Né scrivo tutte queste cose incitandovi a mostrare la durezza del Filantropo. Che non ci sia un tale furore! Ma scrivo questo per pregarvi che compiate e applichiate, con cautela e dopo aver preso in considerazione, le cose buone a tutte le persone e che vi facciate tutto a tutti, a seconda di ciò che ciascuno ha bisogno da voi. E voglio e vi auguro di essere assolutamente duri e implacabili solo nel cooperare con gli eretici nella costituzione e composizione della loro folle (eretica) credenza. Questo perché io definirei misantropia e separazione dal divino amore lo sforzo di rafforzamento dell’inganno (dell’eresia), che ha per conseguenza l’ulteriore deterioramento di coloro che sono già caduti in esso» (R.G. 91, c. 465c).

2. L’insegnamento della Chiesa Ortodossa del Teantropo Cristo, che è stato formulato dai santi Apostoli, dai santi Padri e dai santi Sinodi, intorno alla questione degli eretici, è il seguente: le eresie non sono Chiesa, né possono essere Chiesa. Per questo motivo le eresie non possono avere i santi Misteri, in particolare il Mistero dell’Eucaristia, il Mistero dei Misteri. Proprio perché l’Eucaristia è ogni cosa e tutto nella Chiesa: è sia lo stesso Teantropo Signore Gesù che la Chiesa stessa e in generale tutto ciò che appartiene al Teantropo.

L’«intercommunio», vale a dire l’intercomunione con gli eretici nei santi Misteri, specialmente nell’Eucaristia, è il più vergognoso tradimento nei confronti del Signore Gesù Cristo, è il tradimento di Giuda. Si tratta soprattutto di tradimento nei confronti dell’intera Chiesa di Cristo, della Chiesa del Teantropo, della Chiesa Apostolica, la Chiesa dei Santi Padri, della Chiesa della Santa Tradizione, della Chiesa Una ed unica. Qualcuno dovrebbe fermare qui la sua mente cristificata e la sua coscienza di fronte a certi santi fatti, santi messaggi e santi comandamenti.

In primo luogo, ci dobbiamo chiedere: su quale ecclesiologia e quale teologia della Chiesa si fonda la cosiddetta «intercommunio»? Bisogna ricordare che tutta la teologia Ortodossa della Chiesa in merito alla questione della Chiesa si basa e si fonda non sull’inter-communio (inter-comunione) ma sulla realtà teantropica della communio, cioè sulla teantropica Comunione (cfr. 1 Cor 1, 9; 10, 16-17; 2 Cor 13, 13; Ebr 2, 14; 3, 14; 1 Gv 1, 3), mentre il concetto di inter-communio, l’intercomunione, è di per sé del tutto incoerente e completamente incomprensibile per la coscienza cattolica Ortodossa.

Il secondo evento, anzi, sacro evento della fede Ortodossa è il seguente: nella dottrina Ortodossa per quanto riguarda la Chiesa e i santi Misteri, il solo e unico mistero è la Chiesa stessa, il Corpo di Cristo Teantropo, in modo che essa sia l’unica fonte e il contenuto di tutti i divini Misteri. Al di fuori di questo Mistero della Chiesa, teantropico e ricchissimo di contenuto, l’Onni-mistero, al di fuori di questo non esistono né possono esistere «misteri»; di conseguenza, non esiste neanche una «inter-comunione» (inter-communio) nei Misteri. Pertanto, solo all’interno della Chiesa, in questo unico Onni-mistero di Cristo, si può parlare di Misteri. Perché la Chiesa Ortodossa, come il Corpo di Cristo, è la sorgente e il criterio dei Misteri e non il contrario. I Misteri non possono essere sollevati al di sopra della Chiesa, né possono essere considerati al di fuori del Corpo della Chiesa. 

Per questo motivo, secondo il parere della Chiesa Cattolica di Cristo e di tutta la Tradizione Ortodossa, la Chiesa Ortodossa non ammette l’esistenza di altri misteri al di fuori di essa, né li considera misteri, fino a quando qualcuno venga con pentimento dalla «chiesa» eretica, vale a dire dalla pseudo-chiesa, nella Chiesa Ortodossa di Cristo. Fino allora, quando uno vive al di fuori della Chiesa, senza essere unito con essa col pentimento, fino allora egli è per la Chiesa un eretico e inevitabilmente si trova fuori della Comunione salvifica = communio. Perché «che cosa ha a che fare la giustizia coll’iniquità? e che comunanza v’è tra la luce e le tenebre?» (2 Cor 6, 14).

Il protocorifeo Apostolo (Paolo) con il potere ricevuto dal Teantropo, comanda: «L’uomo eretico, dopo una o due ammonizioni, evitalo» (Tito 3, 10). Colui, quindi, che non solo non rinuncia all’«uomo eretico» ma gli dà il Signore stesso, la divina Eucaristia, si trova nell’apostolica e teantropica santa fede? Inoltre, l’amato discepolo del Signore Gesù, l’Apostolo dell’amore, comanda: l’uomo che non crede all’incarnazione di Cristo e non accetta il Suo insegnamento evangelico in quanto Teantropo «non ricevetelo in casa» (2 Gv 1, 10).

Il 45° Canone dei santi Apostoli grida a gran voce: «Qualsiasi vescovo, prete o diacono che prega con gli eretici sia sospeso, e se ha loro permesso di compiere delle azioni, in quanto membri del clero, sia deposto» (Vedi 33° Canone del Sinodo di Laodicea). Questo comandamento è chiaro, persino per la coscienza di una zanzara. Non è così?

Il 64° Canone dei santi Apostoli: «Se un Chierico, o Laico entra nella sinagoga dei Giudei o eretici, per pregare, sia deposto e scomunicato». Ciò è evidentissimo anche per la più primitiva coscienza.

Il 46° Canone dei santi Apostoli: «Noi ordiniamo che ogni Vescovo, o Presbitero che ha accettato il Battesimo degli eretici o il loro sacrificio sia deposto, poiché cosa c’è in comune tra Cristo e Belial? o, che c’è in comune tra il credente e l’infedele?». È palese anche per i ciechi che questo comandamento afferma categoricamente che non si debba riconoscere agli eretici nessun santo Mistero e che questi devono essere considerati nulli e privi della Grazia divina.

Il divinamente ispirato portatore dell’apostolica cattolica Tradizione dei santi padri della Chiesa di Cristo, san Giovanni Damasceno, annuncia attraverso il cuore di tutti i santi Padri, di tutti gli Apostoli, di tutti i santi Sinodi della Chiesa la seguente teantropica verità: «Il pane e il vino non è il tipo del Corpo e del Sangue di Cristo (non sia), ma lo stesso Corpo di Cristo divinizzato… Attraverso questo siamo identificati e ci uniamo con il Corpo del Signore e con il Suo Spirito e diventiamo Corpo di Cristo (= la Chiesa)… E viene chiamato santa comunione; perché attraverso di essa comunichiamo la divinità di Gesù. Quindi è chiamata Comunione e lo è veramente perché attraverso di essa comunichiamo con Cristo e partecipiamo della Sua carne e della sua Divinità. Attraverso di essa comunichiamo e ci uniamo tra di noi. Perché, visto che ci comunichiamo da un pane, siamo tutti un Corpo di Cristo e un Sangue, e diventiamo membra gli uni degli altri, formando un corpo (intero) di Cristo. Per questo, quindi, dobbiamo diffidare in ogni modo a non prendere la comunione degli eretici, né darla a loro. ‘Non date le cose sante ai cani’, dice il Signore, ‘e non buttate le vostre perle ai porci’ (Mt 7, 6), per non essere coinvolti nella (eretica) falsa credenza e quindi nella loro condanna. Perché naturalmente, se la divina Eucaristia è l’unione con Cristo e unione tra di noi, allora certamente ci uniamo con la nostra volontà anche a tutti quanti si comunicano con noi. Perché questa unione si compie con la nostra volontà, e non senza il nostro parere. Perché siamo tutti un solo corpo, perché comunichiamo da un pane, come dice il divino Apostolo» (Giovanni Damasceno, Esatta Esposizione della fede Ortodossa, 4,13, P.G. 94, c. 1149. 1152, 1153. Cfr. 1 Cor 10, 17).

L’intrepido confessore delle teantropiche verità ortodosse (San Teodoro Studita) annuncia a tutti gli uomini di tutti i mondi: «Chi si comunica dall’eretico o da chi è palesemente infamato dalla sua condotta lo allontana da Dio e lo familiarizza con il diavolo» (P.G. 99, c. 1668C). Secondo lo stesso, il pane degli eretici non è «corpo di Cristo» (R.G. 99, c. 1597A). Pertanto, «Come il divino pane, quando gli Ortodossi partecipano ad esso, rende tutti quanti ne partecipano un unico corpo; ugualmente l’eretico (pane), rendendo quanti ne partecipano ad esso comunicanti tra di loro, li manifesta corpo contrario a Cristo» (R.G. 99, c. 1480CD).

Inoltre «La santa comunione data dagli eretici, non è pane comune, ma è veleno, che non danneggia il corpo ma annerisce e ottenebra l’anima» (R.G. 99, c. 1189C).

 

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Messaggi evangelici del beato Vescovo Ortodosso di Ochrida e Zhicha, Nicola
 

Finiamo il nostro viaggio nel paradiso e nell’Ade, con i messaggi evangelici di un moderno Vescovo Ortodosso, pari agli apostoli, veramente bocca d’oro della Chiesa Ortodossa di Serbia, del sempre memorabile Nicola di Ochrida e Zhicha (†1956). Umilmente e con preghiera speriamo che la luce evangelica dei suoi pensieri divinamente sapienti illumini, nel modo dei santi padri, e chiarisca i problemi di cui stiamo parlando.

Il vescovo Nicola mentre è immerso, al modo dei santi padri, nei misteri del genere umano, invia il seguente messaggio evangelico:

Il glorioso profeta Isaia così profetizza: «Quando si alzerà il Signore frangerà la terra… sarà abbassata l’alterigia umana, e sarà esaltato il Signore solo in quel giorno» (Is 2, 11). E anticamente si è alzato più volte, il Signore, per schiacciare la terra, perché la gente, invece di adorare Lui, l’unico Dio, adorava gli uomini; perché certi antropoidi che vivevano con alterigia prevalsero sull’umanità. [Il Signore] si è alzato anche nei nostri giorni[1], e, infatti, ha schiacciato tutta la terra con la Sua giusta ira solo per spezzare l’arroganza e umiliare la falsa fierezza dell’uomo.

Una tale ribellione di Dio contro l’uomo spesso seguiva la rivoluzione dell’uomo contro Dio. I popoli eretici dei nostri tempi hanno dato a Cristo Signore l’ultimo posto a tavola in questo mondo, come se fosse l’ultimo mendicante, mentre nei primi posti hanno messo i grandi uomini, i politici, gli scrittori, gli inventori di favole, gli scienziati, i capitalisti, persino i turisti e i calciatori. Tutti gli occhi di questi popoli erano rivolti a questi grandi, a questi dèi moderni, mentre pochi volgevano il loro sguardo a Cristo, il vincitore della morte. Questo tipo di spudorata rivoluzione dei popoli battezzati ma eretici, contro l’altissimo Dio, doveva essere necessariamente seguita dalla rivoluzione del Dio disprezzato contro gli uomini malvagi e le popolazioni umane. E, infatti, Dio si è alzato, per schiacciare la terra. E ci sono state inaudite sofferenze dei popoli della terra, davanti ai nostri occhi e sulla nostra pelle. E non soltanto si è dimostrato che i grandi deificati
[2] erano delle fiamme spente, dai quali nessuno cercava più riscaldamento, ma si compì quanto dice in seguito il profeta Isaia, secondo il quale la gente si nasconderà «nelle spelonche e nelle fessure delle rocce, e nelle cavità della terra, in faccia allo spavento del Signore, e dinanzi alla gloria della sua maestà» (Is 2, 19). Non si è verificato esattamente questo in questa ultima guerra?[3] La gente di certi continenti non se ne andava, come d’altronde nel nostro paese, nelle grotte di pietra e nei buchi della terra, per trovare rifugio per la loro vita dagli Europei seminatori di morte? E questi seminatori di morte, non sono altri che quelli gloriosi magnati, quei idoli degli uomini, i quali sedevano alla tavola di questo mondo nelle prime cattedre e deridevano Cristo come un mendicante all’ultimo posto della tavola…

Il portatore di Cristo Vescovo [Nicola] annuncia con dolore e speranza:

I nostri fratelli battezzati, che sono stati ingannati dalle eresie papali e luterane, considerarono loro stessi più saggi di Cristo. E disprezzarono noi Ortodossi come insipienti e incolti. Ma, davvero, anche in loro si compì la parola dell’apostolo Paolo: «dicendo di esser sapienti divennero stolti» (Rm 1, 22). E questo accade perché respinsero la sapienza spirituale in Cristo – Cristo cammina con veste di umiltà e di amore – e si vestirono, secondo l’esempio dei filosofi idolatri, la saggezza carnale e mondana, che è piena di spirito superbo e malvagità.

«E scambiarono la gloria dell’incorruttibile Iddio con la riproduzione di un’immagine di uomo corruttibile … e venerarono e resero culto alla creatura invece che al Creatore» (Rm 1, 23 e 25). Cioè tolsero via tutta la gloria da Cristo Signore e la misero sulle spalle di uomini mortali, che innalzarono i nuovi Messia. Tale è stata la percezione della gloria acquisita dalla saggezza atea. E il concetto di cultura e di civiltà significa per loro il rispetto della creatura, cioè della natura visibile e anzi del suo culto, piuttosto che il culto del suo Creatore. Gli dèi mortali e la natura deificata! Questa è attualmente l’ultima fermata dell’umanità occidentale nell’intrattenibile ed eterna sua caduta dalle altezze di Cristo al Tartaro di Satana. Questo è il culmine del livellamento degli uomini in Occidente con la vecchia idolatria di Roma e l’odierna in Asia. Essi pubblicano ogni anno migliaia di libri per la gloria dei grandi uomini e per la lode della loro cultura, e migliaia di giornali servono quotidianamente questa effimera e falsa gloria mettendosi al servizio della lode delle opere umane, con il gonfiatissimo nome della cultura. Per questo Dio li ha consegnati alle passioni e ai piaceri osceni perché trovino soddisfazione solo in quanto è terrestre e non celeste, e solo in ciò che fa gioire e scoppiare in risate il Diavolo, mentre rattrista gli Angeli di Cristo. I loro piaceri si concentrano nel godimento della carne, nell’usurpazione (delle cose) degli altri, nella violazione dei piccoli e dei deboli, nell’aumento dei beni terrestri e nell’espansione del loro stato e del loro potere, nell’astuta conquista della patria straniera, nei divertimenti e nelle danze, nel rigetto di tutte le religioni come superstizione, nella negazione di Dio, nella completa vita biologica, nel vergognoso riconoscimento della scimmia come progenitore dell’uomo, nel naufragio dell’antropologia in zoologia.

Però voi chiedete: Riuscirà mai questa generazione, la più ingannata nella storia, a tornare alla verità e all’onestà? Ci riuscirà.

Il Cristo disprezzato conceda che questo accada il più presto possibile. Ma quando accadrà questo?

Questo accadrà solo allora, quando i nostri fratelli occidentali inizieranno a scrivere migliaia di libri ogni anno, per la gloria di Cristo, nostro Dio. E quando le migliaia dei loro giornali di ogni anno scriveranno delle lodi per le virtù cristiane e per le buone opere cristiane, piuttosto che scrivere di reati e bestemmie della divina Maestà e del commercio degli istinti carnali. Quando questa trasformazione sarà compiuta, allora il mondo eretico occidentale si manifesterà di fronte ai cieli visibili, lavato, pulito e profumato di incenso celeste.

Allora noi Ortodossi ci rallegreremo, perché avremo recuperato i nostri fratelli ritornati.

Allora i popoli pagani ameranno Cristo e chiederanno di essere elencati tra i Suoi figli. Perché non saranno più impediti dalle nazioni cristiane, a diventare figli di Dio.

Allora non ci sarà cattiveria tra le persone, né guerre tra le nazioni. Ma ci sarà la pace di Cristo, che è al di là della mente, e la gloria di Cristo, simile alla quale non esiste nulla né in questa vita né all’eternità.

L’ispirato da Dio Vescovo [Nicola] confessa la verità teantropica quando afferma:

La più grande felicità per gli uomini è la manifestazione di Dio nella carne (l’incarnazione); invece la più grande infelicità è la loro apostasia da Questo Dio e il loro ritorno al servizio di Satana. Questa miseria ha il suo inizio nei popoli non-Ortodossi occidentali, anzi per due motivi. Il primo motivo è l’odio nei confronti del sacerdozio eretico (papale e protestante), e il secondo, l’odio verso gli Ebrei. Entrambi gli odi sono cresciuti nel cuore dell’umanità occidentale dallo stesso seme. E questo seme è lo sforzo tanto del clero cristiano [eretico], quanto degli Ebrei per dominare completamente nella vita del popolo e dello Stato in tutte le direzioni. L’odio nei confronti di un tale clero si mutò in odio contro la Chiesa, mentre l’odio per gli Ebrei incluse anche il Signore Gesù, come presunto Ebreo. In realtà, Cristo era Ebreo da sua madre e dal popolo al quale si rivelò per primo. Tuttavia, lo stesso popolo lo respinse per primo, e lo uccise con una morte atroce. Che cosa, allora? Se qualcuno è contro gli Ebrei, come può essere contro Cristo, contro il quale gli Ebrei lottano già da duemila anni? Ma là dove si configgono le unghie di Satana, non vi è alcuna logica.

Guidati dall’odio contro il clero e gli Ebrei, i popoli occidentali gradualmente respinsero Cristo fino ad escluderlo da tutti i settori e le istituzioni del popolo e dello stato e limitarono il Suo soggiorno solo nei templi. A Colui che dopo la Sua gloriosa Resurrezione dal sepolcro disse: «mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra» (Mt 28,18), gli uomini accecati sottrassero ogni potere. Non solo questo, ma sottrassero anche ogni Sua influenza sulla terra, nella scuola, nella società, nella politica, nell’arte, nei rapporti tra le persone e le relazioni internazionali, nella scienza, nella letteratura e in tutto il resto.

Dio però non si fa beffare. Ogni volta che accade che gli uomini, come ospiti, diventino troppo impudenti alla tavola di Dio, allora deve arrivare l’avvertimento del padrone di casa. Le ultime due guerre mondiali sono i due terribili avvertimenti di Dio alla generazione di oggi, nello spazio di vent’anni. I popoli cristiani si inginocchino dinanzi a Cristo offeso e riportino a Lui, quel potere, l’onore, la gloria e il rispetto che solo a Lui appartiene. Così fate anche voi, fratelli miei Ortodossi, se volete proteggervi dalla terza guerra mondiale, la più terribile delle due precedenti.

Il santo Vescovo esprime il suo dolore apostolico a causa dell’Europa: Che cosa è l’Europa?

È il desiderio e la brama del potere, del godimento e della conoscenza. Entrambi sono umani: il desiderio è umano, la brama e la conoscenza sono umane. Entrambi si personificano nel papa e in Lutero. Che cosa è quindi l’Europa? Il papa e Lutero. Saziati i desideri umani all’estremo, da un lato, saziata anche la conoscenza umana al massimo, dall’altro. Il papa europeo è il desiderio umano del potere. Il Lutero europeo è la caparbia decisione umana di spiegare tutto con la propria mente. Il papa, come comandante del mondo, e lo scienziato, come un maestro di tutto il mondo. Questo è l’Europa nel suo nucleo, ontologicamente e storicamente. L’uno significa la consegna dell’umanità nel fuoco e l’altro significa la consegna dell’umanità nell’acqua. Ed entrambi: la separazione dell’uomo da Dio. Perché l’uno significa la negazione della fede e l’altro il rifiuto della Chiesa di Cristo. È in questo modo che agisce lo spirito maligno nel corpo dell’Europa già da alcuni secoli. Chi può cacciare questo spirito maligno dall’Europa? Nessuno, tranne Colui, il Cui nome è segnato in colore rosso nella storia dell’umanità, come l’unico persecutore dei demoni dagli uomini.

Sapete già chi intendo dire. Intendo il Signore Gesù Cristo, il Messia e Salvatore del mondo, nato dalla Vergine, ucciso dai Giudei, risuscitato da Dio, riabilitato dal cielo, glorificato dagli Angeli, martirizzato attraverso i Santi e familiarizzato dai nostri antenati.

Fino a quando l’Europa seguiva Cristo come il «Sole della giustizia» e i Suoi Apostoli, i Martiri, i Santi e gli innumerevoli Giusti e altri graditi a Lui, fino allora sembrava una piazza illuminata da centinaia e migliaia di candele, piccole e grandi. Tuttavia, quando il desiderio umano e la saggezza umana, colpirono Cristo come due terribili venti, le candele si spensero di fronte agli occhi umani e prevalse il buio, come nei corridoi sotterranei dove vivono le talpe.

Secondo il desiderio umano ogni nazione e ogni uomo è in cerca di potere, di diletto e di gloria, imitando il papa di Roma. Secondo la sapienza umana ogni nazione e ogni uomo scopre che è il più saggio e il più degno per tutti i beni terreni. Come è possibile quindi che non ci siano guerre tra gli uomini e le nazioni? Come è possibile che non ci sia irragionevolezza e rabbia tra gli umani? Come è possibile che non ci siano le malattie, le siccità e le inondazioni, i tumori e le tubercolosi, le rivoluzioni e le guerre? Tutto questo non può che accadere, come non può che suppurare una ferita piena di pus, e come non può che fuoriuscire la puzza da un luogo pieno di sporcizia.

Il Papismo usa la politica, perché solo attraverso di essa qualcuno acquista il potere. Il Luteranesimo usa la filosofia e la scienza, perché pensa che questo sia il modo per raggiungere la saggezza. Così, il desiderio fece scoppiare la guerra contro la conoscenza e la conoscenza contro il desiderio. Questa è la nuova Torre di Babele, questa è l’Europa. Oggi, tuttavia, è arrivata una nuova generazione di Europei, che ha «sposato» tramite l’Ateismo il desiderio con la conoscenza e ha respinto sia il Papa che Lutero. Ora non si può né nascondere il desiderio né lodare la saggezza. Il desiderio umano e la saggezza umana si sono coronate oggi e quindi hanno raggiunto il matrimonio, che non è né cattolico-romano né luterano, ma, palesemente e pubblicamente satanico. L’Europa di oggi non è più né papale né luterana. Essa è al di sopra e al di là. È completamente terrena, senza nemmeno il desiderio di salire al cielo, sia con il passaporto del papa infallibile sia con la scala della saggezza protestante. Nega completamente il passaggio da questo mondo. Vuole restare qui. Essa vuole che la tomba sia dove sta la culla. Non ne sa niente dell’altro mondo. Non sente il profumo celeste. Non vede nel sonno gli Angeli e i Santi. Non ne vuole sapere della Theotokos. La dissolutezza fissa nell’Europa l’odio contro la sua verginità. L’intera piazza è immersa nel buio. Tutte le candele sono spente. Oh!, che terribile oscurità! Il fratello affonda il coltello nel petto del suo fratello, considerandolo un nemico. Il padre rinnega il figlio e il figlio il padre. Il lupo è un amico più vicino al lupo che l’uomo all’uomo!

Oh! Miei cari fratelli! Non lo vedete tutti questo? Non avete sentito il buio e la criminalità dell’Europa anticristiana sul vostro corpo? Preferite l’Europa o Cristo? La morte o la vita? Sono queste due cose che nel tempo antico Mosè pose davanti al suo popolo. E noi poniamo queste due cose di fronte a voi. Siate consapevoli: l’Europa è la morte, Cristo è la vita. Scegliete la vita per vivere nei secoli.

Ed ora ecco il lamento scioccante del Vescovo, pari agli apostoli, sull’Europa:

Oh, fratelli miei! Il 18° secolo è il padre del 19° secolo, e il 19° secolo è il padre del 20° secolo. Il padre si è molto indebitato. Il figlio non ha saldato i debiti di suo padre, ma si indebitò ancor di più, e il debito passò al nipote. Il padre era malato di una grave malattia, e suo figlio non curò l’oscena malattia di suo padre, ma la lasciò espandersi ancor di più, e questa si trasmise e colpì suo nipote tre volte più fortemente. Il nipote è il 20° secolo in cui viviamo.

Il 18° secolo ha segnato una rivoluzione contro la Chiesa e contro il sacerdozio del pontefice Romano. Il 19° secolo ha segnato una rivoluzione contro Dio. Il 20° secolo annuncia l’alleanza con il diavolo. Il debito è cresciuto e la malattia si è aggravata. Il Signore disse che visita i peccati dei padri fino alla terza e alla quarta generazione. Non vedete che il Signore ha visitato i nipoti per i peccati dei nonni Europei? Non vedete la frusta sui nipoti per i debiti pendenti dei nonni?

Il re anticristo risulta l’inizio del 19° secolo. L’anticristo papa, è la metà dello stesso secolo. I filosofi anticristi (arrivati dal manicomio) d’Europa, sono la fine dello stesso secolo: Napoleone Bonaparte, il (papa) Pio, il (filosofo) Nietzsche. Tre grandi nomi mortali dei tre più grandi malati della malattia ereditata.

Sono, forse, questi i vincitori del 19° secolo? No! Questi sono i portatori di una malattia grave che hanno ereditato dal 18° secolo. I più grandi malati! Il cesare, il pontefice e il filosofo… e addirittura non nell’antica Roma pagana, ma nel cuore dell’Europa battezzata! Non sono dei vincitori ma dei grandi sconfitti. Quando Bonaparte si mise a ridere di fronte ai sacri templi del Cremlino, quando Pio si dichiarò infallibile, e quando Nietzsche ha annunciato pubblicamente la sua fede all’Anticristo, allora il sole si ottenebrò nel cielo. E non solo un sole, ma se ci fossero stati un migliaio di soli, tutti si sarebbero ottenebrati dalla tristezza e l’obbrobrio. Ecco perché, per il miracolo che il mondo non ha mai visto: l’ateo re, l’ateo pontefice, l’ateo filosofo. Al tempo di Nerone, almeno uno non era ateo: il filosofo. Il 18° secolo è il secolo di Pilato: condannò Cristo a morte. Il 19° secolo è il secolo di Caiafa: ricrocifisse Cristo. Il 20° secolo è il secolo della Corte, composta dai battezzati e dai non battezzati Giuda. Questa Corte ha pertanto dichiarato che Cristo è morto per sempre e che non è stato risuscitato. Perché allora vi sorprendete, fratelli? Perché sono arrivate delle fruste inaudite sull’umanità europea, fruste che arrivano fino al midollo osseo, dalle rivoluzioni e dalle guerre?

Chi è quindi il vincitore, se non il cesare, il pontefice e il filosofo dell’Europa decristianizzata?

[...]

Il santo Vescovo, amico di Cristo, dice quanto segue riguardo alla pagana, assassina di Dio, cultura dell’Europa:

Se l’Europa fosse rimasta cristiana, si sarebbe vantata di Cristo e non della sua cultura. E i grandi popoli di Asia ed Africa, i non battezzati, naturalmente, ma con inclinazione e tendenza spirituale, potrebbero comprendere questo e apprezzarlo. Perché anche questi popoli si vantano ognuno della propria fede, della sua divinità, dei suoi libri religiosi: uno del Corano, l’altro dei Veda e così via. Non si vantano quindi delle opere delle loro mani, della loro cultura, ma di qualcosa che essi ritengono superiore a loro, probabilmente di qualcosa che pongono in posizione molto alta in questo mondo. Solo i popoli dell’Europa non si vantano di Cristo e del Suo Evangelo, invece si vantano delle loro pericolose macchine e dei prodotti scadenti delle loro mani, cioè della loro civiltà e della loro cultura. La conseguenza di questo autovanto europeo legato alla famosa «cultura», è l’odio di tutte le nazioni non-cristiane contro Cristo e il Cristianesimo. Odiando il piccolo odiarono anche il più grande. Odiando i prodotti europei e gli uomini, odiarono anche il Dio Europeo. Ma, ahimè, questo non addolora l’Europa, né la preoccupa. Inoltre, l’Europa stessa odiò e respinse il suo Dio prima di tutti. In questa posizione per niente invidiabile fu portata l’Europa dal suo sviluppo sbagliato, sotto l’influenza di una Chiesa sbagliata, nel corso degli ultimi novecento anni. Non sono responsabili per questo i popoli dell’Europa; la responsabilità è delle loro guide spirituali. Non ha colpa il gregge, ma i pastori.

La norma sarebbe che l’Europa si vantasse del Cristianesimo, come il patrimonio più prezioso con il suo grandissimo valore. Ciò, sarebbe successo – come succedette nei primi secoli dopo Cristo – se l’Europa fosse stata omonima con il Cristianesimo, se si fosse identificata con il Cristianesimo. Glorificazione di Cristo e predicazione di Cristo, questa era la missione stabilita da Dio nel continente europeo. Oltre il Cristianesimo l’Europa non ha niente altro per vantarsi. Senza il Cristianesimo, l’Europa è il più povero mendicante, e il più sfacciato sfruttatore di questo mondo.

Il Vescovo, illuminato da Cristo, dice un’amara verità sull’istruzione europea:

La scuola in Europa si è separata dalla fede in Dio. In questo consiste la sua conversione in avvelenatrice, in questo consiste la morte dell’umanità europea. Nelle civiltà pagane la scienza non si separava mai dalla religione, nonostante la religione fosse sbagliata e sciocca. Ciò avvenne solo in Europa. In quell’Europa, che ha ricevuto la più perfetta fede. Tuttavia, a causa dei suoi conflitti con i capi ecclesiastici, l’Europa si è biasimata, ha respinto la perfetta fede e ha tenuto la perfetta scienza. Oh, fratelli miei, ha respinto la conoscenza divina e ha accettato l’ignoranza umana! Quanta sciocchezza e quante tenebre!

Il santo Vescovo, con la sua ragione divina, dice quanto segue sulla volontaria cecità dell’umanità occidentale:

L’Occidente si è rimbecillito. In questo consiste l’ignominia e la sua follia. In epoca cristiana, quando l’Occidente era Ortodosso, vedeva con lo spirito e considerava con la mente. Ma, quanto più si allontanava dalla verità e la virtù cristiana, sempre di più la sua vista spirituale si restringeva, fino a quando si oscurò interamente nel 20° secolo. Ora le sono rimasti solo gli occhi per osservare gli oggetti sensibili.

Esso (l’Occidente) ha dotato di occhi corporei molte macchine eccellenti, al fine di consentire una migliore e più accurata vista del mondo sensibile: la forma e il colore delle cose sensibili e degli esseri, il loro numero, la misura e la loro distanza. Osserva con un microscopio e vede dei piccoli vermi, i microbi, come nessun’altro è mai riuscito. Osserva con il telescopio e vede le stelle come se fossero al di sopra del camino, come nessun’altro è mai riuscito a vedere. Qui si ferma, fino a qui arriva la sua vista. Per quanto riguarda la teoria mentale e l’intuito spirituale del nucleo nascosto nelle cose e il senso e il significato di tutta la creazione in questo enorme universo che ci circonda, in quanto a questo, oh!, fratelli miei, l’umanità occidentale è oggi più cieca dell’Arabia musulmana e dell’India brahmana e del Tibet buddista e della spiritualistica Cina. Infatti, Cristo non ha visto più grande vergogna di quella degli ultimi due millenni: gli uomini battezzati sono più ciechi dei non battezzati!

Per questo, ciò che l’apostolo Paolo diceva ai Galati battezzati, lo stesso avrebbe detto oggi per il ribambito e invecchiato Occidente. Ecco cosa scriveva ai Galati: «O Galati insensati, chi vi ha affascinati da non più aderire alla verità, mentre pur fu vivamente dipinto agli occhi vostri Gesù Cristo per voi crocifisso?... Siete così stolti che avendo cominciato collo Spirito, credete ora di conseguire la perfezione colla carne?» (Gal. 3, 1 e 3). E l’Europa una volta aveva iniziato nello spirito, ma ora conclude con la carne, cioè con la visione carnale, il giudizio carnale, con i desideri carnali, le conquiste carnali, come se qualcuno le avesse gettato il malocchio!

Tutta la sua vita si muove oggi in due dimensioni: nella larghezza e nella lunghezza. Non conosce niente né di altezza né di profondità. È per questo che lotta per la terra, il territorio, l’espansione. Per lo spazio, e solo per lo spazio!

Ecco da dove proviene una guerra dopo l’altra, un orrore dietro l’altro. Poiché Dio non ha creato l’uomo perché sia solo un animale nello spazio, ma perché penetri con la mente nelle profondità dei misteri, e che con il cuore salga all’altezza divina. La guerra per la terra è una guerra contro la verità.

E la guerra contro la verità è una guerra contro la natura umana e divina.

Oh, amarezze più amare ancora del fiele! Quanto soffrono gli uomini, quanto si tormentano e quante cose sacrificano per il temporaneo e illusorio regno terreno! Se anche un solo centesimo di quelle sofferenze e dei sacrifici lo subissero per il regno celeste, la guerra sulla terra sarebbe per loro ridicola al massimo. Danno con difficoltà i «due centesimi» a Cristo, mentre alla «chiesa» di Moloch-Satana danno tutte le ricchezze e tutti i loro figli!

L’Europa faccia il suo segno della croce e segua Cristo. Faccia memoria della Tuttasanta Theotokos e dei dodici grandi Apostoli e così cadranno le squame dai suoi occhi. E diventerà di nuovo bella come era nei primi mille anni l’Europa Ortodossa di Cristo. Allora anche lei sarà felice, e noi con essa. E poi gioiranno quei popoli dell’Europa che piangono e canteranno con noi l’eterna dossologia a Dio: «Santo, Santo, Santo il Signore Sabaot, il cielo e la terra sono pieni della tua gloria». Amìn.

L’umile a Cristo Vescovo (Nicola), afferma riguardo ai popoli orgogliosi d’Europa:

I popoli dell’Europa che sono orgogliosi e amanti del potere non ammettono mai il loro errore. Hanno perso il senso del peccato e del pentimento. Per ogni male nel mondo, la responsabilità è di un altro, ma mai la loro. Come sarebbe possibile che loro commettano il peccato, mentre si sedettero sul trono di Dio e proclamarono loro stessi dèi infallibili! In primo luogo si è dichiarato infallibile il loro capo religioso, il papa. Sul suo esempio, anzi a sua insistenza, lo seguirono i governatori e i re dell’Occidente. Tutti (in Occidente) sono stati proclamati come infallibili, sia quelli che portano la croce che quelli che portano la spada.

Il Vescovo, amico di Cristo, dice del processo tra Cristo e l’Europa:

Se potesse la storia degli ultimi tre secoli – XVIII, XIX e XX – essere chiamata con un nome appropriato, allora non vi sarebbe nome più corretto di: «Atti del processo tra l’Europa e Cristo». Perché negli ultimi trecento anni non è accaduto nulla in Europa che non fosse legato a Cristo, nostro Dio. In questo processo tra Cristo e l’Europa, in realtà, si verifica quanto segue:

Cristo dice all’Europa, che è stata battezzata in suo nome e deve rimanere fedele a Lui e al suo Evangelo.

A questo risponde l’imputata Europa: Tutte le religioni sono uguali. Ce l’hanno detto i francesi enciclopedisti. E nessuno può forzare nessuno a credere questo o quello.

L’Europa tollera tutte le religioni come superstizioni, a causa dei suoi interessi imperialistici, essa stessa però non sta con nessuna religione. Quando realizzerà i suoi scopi politici, allora essa «chiarirà» in breve i suoi conti con tutte le superstizioni del popolo.

Cristo chiede con rammarico: Come potete voi uomini vivere solo con interessi imperialisti e materiali, cioè solo con il desiderio animale per il cibo del corpo fisico? Io vi volevo fare dèi e figli di Dio mentre voi ve ne andate e aspirate a uguagliarvi alle bestie da soma.

A questo risponde L’Europa: Sei in ritardo. Al posto del tuo Evangelo abbiamo trovato la biologia e la zoologia. Ora sappiamo che non siamo i discendenti tuoi e del tuo Padre celeste, ma i discendenti degli orang-utan e dei gorilla, cioè della scimmia. Noi ci stiamo perfezionando per diventare dèi. Perché non accettiamo altri dèi diversi da noi.

A questo Cristo dice: Voi siete più indomiti degli antichi Ebrei. Vi ho sollevato dal buio della barbarie alla luce celeste, e voi ritornate di nuovo nel buio, come il bufalo nel fango. Ho versato il mio sangue per voi. Vi ho mostrato il mio amore, quando tutti i miei Angeli distoglievano i loro volti perché non potevano sopportare la vostra puzza, la puzza dell’Ade. Quando, quindi, eravate tenebre e puzza, ero l’unico rimasto per pulirvi e illuminarvi. Non siate ora infedeli perché ritornerete di nuovo a quell’insopportabile oscurità e fetore.

A questo l’Europa grida deridendo: Vattene da noi. Non ti conosciamo. Noi seguiamo la filosofia greca, la civiltà europea e la cultura, noi vogliamo la libertà. Abbiamo le università. La scienza è la nostra stella guida. Il nostro motto è: libertà, fraternità, uguaglianza. La nostra mente è il dio degli dèi. Tu sei Asiatico. Ti rifiutiamo. Sei solo una vecchia leggenda dei nostri nonni e delle nostre nonne.

Allora Cristo con le lacrime agli occhi dice: Ecco, io ora vado, ma vedrete. Avete lasciato la via di Dio e avete seguito la via satanica. La benedizione e la felicità si sono allontanate da voi. Nella mia mano è la vostra vita, perché mi sono fatto crocifiggere per voi. Tuttavia non sarò io a punirvi, ma i vostri peccati e la vostra apostasia da me, il vostro Salvatore. Ho mostrato l’amore di mio Padre a tutti gli uomini e volevo con amore salvare tutti voi.

Dice l’Europa: «Di che amore stai parlando? Il nostro programma è il gagliardo e forte odio contro tutti coloro che non sono d’accordo con noi. Il tuo amore è solo una favola. Al posto di questa abbiamo alzato la bandiera: del nazionalismo, dell’internazionalismo, dello statalismo e del progressismo, dell’evoluzionismo, dell’oceanismo e del culturalismo. In questo sta la nostra salvezza. Tu vattene via da noi».

Miei cari fratelli, il dibattito si è concluso oggi. Cristo si è allontanato dall’Europa, come un tempo dal paese dei Geraseni, quando lo chiesero gli stessi Geraseni. Ma una volta andato via Lui, venne la guerra, la rabbia, la paura e l’orrore, il crollo, il disastro. È tornato in Europa il barbarismo precristiano, quello degli Arabi, degli Unni, dei Longobardi, degli Africani[4], solo che ora è centinaia di volte più orribile. Cristo prese la Sua Croce e la Sua benedizione e si allontanò. Rimase il buio e il fetore. E ora voi decidete con chi andare, chi seguire: la buia e fetida Europa o Cristo?

Il pari agli apostoli ed evangelista parla del «Demonismo Bianco», vale a dire dell’Europa:

Cosa ne pensate voi dell’Europa? In Africa e in Asia gli Europei sono chiamati «demoni bianchi». Pertanto, potrebbero chiamare l’Europa «Demonismo Bianco», sarebbe cioè «Bianca», dal colore della loro pelle, e «Demone» per la nerezza della loro anima. Perché l’Europa ha rifiutato l’unico vero Dio, e ha accettato il trono e l’atteggiamento dei cesari Romani. E al modo che fecero i cesari Romani prima della distruzione di Roma, allo stesso modo anche essa proclamò a tutti i popoli della terra, che ognuno può adorare i suoi dèi, come lui sa; l’Europa tollererà questo, ma essi hanno il dovere di venerarla come la massima divinità, sia sotto il nome di Europa sia sotto il nome di Civiltà. Così quindi, fratelli miei, la Roma satanica è apparsa come un vampiro nei nostri giorni, quella Roma prima di Costantino il Grande, che inseguiva con il fuoco e la spada i Cristiani e ostacolava Cristo [il Cristianesimo] ad entrare in Europa. Solo che il Demonismo Bianco cadde in una malattia ancor più grave dell’antica Roma. Perché, se la Roma pagana era afflitta da un demone, il Demonismo Bianco è afflitta da sette demoni, peggiori di quel demone di Roma. Ecco, allora, la nuova Roma pagana, ecco il nuovo martirio per il Cristianesimo. Siate pronti per il martirio per Cristo da parte del Demonismo Bianco.

La nuova Europa pagana non si vanta di nessuna divinità che si trova al di sopra di sé. Si vanta solo di sé stessa, della sua saggezza, della sua ricchezza, del potere. È come un palloncino gonfiato quasi pronto ad esplodere, dando luogo a risate in Africa e in Asia; o un tumore maturo pronto ad aprirsi, per riempire l’universo di fetore. È questa la corrente Europa anticristiana, il Demonismo Bianco.

L’Europa vive nel circolo vizioso delle invenzioni. Colui che si presenta con una nuova invenzione è proclamato genio. Anche in questo caso chi descrive le invenzioni degli altri, viene dichiarato dottore delle scienze. Le invenzioni dell’Europa sono numerose, quasi innumerevoli. Ma nessuna di queste invenzioni può rendere l’uomo migliore, più onesto e più illuminato. L’Europa negli ultimi mille anni non si è manifestata neanche una sola volta con una sola invenzione nella sfera spirituale e morale, ma solo ed esclusivamente in campo materiale. Le invenzioni dell’Europa hanno portato l’umanità sull’orlo della catastrofe. La condussero in un buio spirituale, senza precedenti – nella storia del Cristianesimo –, e nella terribile graduale distruzione. Perché non si sa se l’Europa ha rivolto tutte le sue invenzioni contro Dio, per sua ostile (cattiva) volontà o per influenza degli Ebrei[5].

Quando si è inventato il telescopio per l’osservazione delle stelle lontane, gli scienziati europei lo interpretarono a scapito dell’Evangelo di Cristo.

Quando si è inventato il microscopio, ci fu di nuovo sarcasmo e derisione di Cristo.

Quando si è inventato il treno, il motore a vapore, il telegrafo e il telefono, tutta l’aria riecheggiava dell’autovanto europeo a scapito di Dio e del suo Cristo.

Quando gli uomini inventarono le macchine per viaggiare sul mare, per il volo in aria, per la conversazione da lunghe distanze, allora si verificò secondo loro che Cristo in Europa era tanto inutile e ritardato, quanto le mummie egiziane. Però tutte le sue invenzioni, nel corso degli ultimi cento anni, l’Europa le ha utilizzate per il suo suicidio nelle guerre mondali, per la criminalità, per l’odio, per la distruzione, per l’inganno, per l’estorsione, per la profanazione delle cose sacre e sante dei popoli, per la menzogna, per il disonore, per la dissolutezza e l’ateismo in tutto il mondo. Ma in realtà, l’Europa non ha ingannato nessun’altro eccetto se stessa. I popoli non cristiani hanno compreso che cosa è l’Europa, cosa offre e cosa vuole, ed è per questo che le hanno dato il nome «Demonismo Bianco».

Ascolta ciò che dice il profeta re Davide: «Questi ne’ carri, quelli ne’ cavalli; ma noi nel nome del Signore Dio nostro invochiamo vittoria» (Sl 19, 8). Quei guasconi avranno sonno sul guanciale della loro falsa gloria e noi ci sveglieremo e torneremo alla nostra precedente buona condizione. E l’apostolo Paolo grida ancora più forte: Uomo, «che cos’hai che tu non abbia ricevuto? e se l’hai ricevuto perché ti glorii come non avessi ricevuto?» (1 Cor 4, 7). Sappi che tutte le invenzioni sono state trovate nel campo di Dio, davanti agli occhi di Dio, quindi impara la vergogna e l’onestà!

 

Dal libro di padre Justin Popovic «La Chiesa Ortodossa e l’Ecumenismo», p. 224-255, Edizione Sacro Monastero degli Arcangeli, Celje, Valjevo, Serbia.

Traduzione a cura di © Tradizione Cristiana;
giugno 2009


 

[1] N.d.r.: Questo messaggio del vescovo Nicola è stato scritto durante la Seconda guerra mondiale e precisamente in una cella a Dachau in Germania. Il messaggio è pubblicato per la prima volta e nonostante porti su di sé le tracce delle circostanze nelle quali fu scritto, tuttavia, non perde il valore di un’eccezionale testimonianza spirituale. Il vescovo Nicola è morto in esilio dalla sua patria, vedendo con dolore e tristezza, che presso la sua tavola Cristo ha perso anche l’ultimo posto. I suoi arconti preferirono l’«Europa», invece di Cristo.

[2] Il peccato di Adamo altro non fu che l’aver tentato di farsi dio ponendosi al di fuori di Dio e della comunione con Lui, rigettando la grazia deificante per rendersi un anti-dio (ndt).

[3] N.d.r.: intende la Seconda Guerra Mondiale.

[4] Si riferisce ai Vandali (ndt).

[5] Non si riferisce al popolo ebraico in quanto tale, ma al pensiero che nega Cristo e va contro Cristo (ndt).

 

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