La Luce della Teofania
Teofane il Recluso
Celebrando la Teofania trasferiamoci con il pensiero nel luogo dove avvenne questo evento e con la mente comprenderemo ciò che là accadde. Ecco Vita vera! Voi vedete sulla riva san Giovanni vestito di pelle di cammello con una cintura attorno ai fianchi. Lo circonda un’enorme moltitudine di gente proveniente da Gerusalemme, Giudei, e da tutta la regione del Giordano. Il battesimo del Salvatore era appena avvenuto e gli sguardi di tutti erano rivolti al Figlio dell’Uomo che usciva dall’acqua. Oltre a questo la folla non vede. Ma aguzzate con la fede gli occhi della vostra mente e con Giovanni, evitando ciò che tutti vedono, fissate attentamente gli sguardi a ciò che non è visibile a tutti, al cielo aperto, alla colomba che da esso scende e volgete l’attenzione alla voce che era stata udita: Costui è il Figlio mio diletto, di cui mi sono compiaciuto![1] Fissate i vostri sguardi e non allontanate la vostra attenzione da questa visione meravigliosa. Oh, chi darà alle vostre parole la forza per celebrare degnamente la gloria di Dio che si è manifestata sul Giordano nelle Te Ipostasi?
Assieme al paradiso perduto si erano chiusi i cieli per volontà della giustizia divina. Ma come neppure un forte sbarramento riesce a trattenere la violenza delle acque, così la forza della giustizia alla fine è venuta meno per effetto dell’ardore dell’amore di Dio ed ecco si sono aperti i cieli![2] Impegnamoci anche noi con tutte le forze della nostra natura ed accogliamo Dio che si è manifestato e saziamoci di lui. Nutriamo di lui tutti i sensi, tutti i nostri pensieri ed i nostri desideri. Noi siamo immersi nelle tenebre, ma ecco una luce sfolgorante! Siamo colpiti da una divisione che non ammette conforto, e con il cielo e con noi stessi. Ma ecco la riconciliazione che da vita a tutto. Noi siamo in preda alla mancanza di forze, ma ecco la fonte inesauribile di ogni forza.
Così, come dopo una lunga tenebra notturna ogni cosa desidera la luce e tende ad accogliere i primi raggi del sole che sorge, anche noi, volgendo alla Teofania gli occhi della mente illuminati dalla fede, accogliamo la luce, che apporta conforto, dell’economia divina della nostra salvezza, luce che scende per effetto della misericordiosa parola di Dio Padre e rallegriamoci di essa! Come un oggetto contratto dal freddo invernale con vivo desiderio va incontro alla primavera, che scioglie i vincoli del gelo, e di nuovo rivive, così anche noi, rinati per effetto della speranza della salvezza accogliamo nel cuore la riconciliazione che risplende nel Signore battezzato e rallegriamoci di essa!
Come d’estate nel periodo della calura la terra assetata assorbe la pioggia che scende dal cielo, così anche noi con tutta l’anima accogliamo ogni energia pronta a riversarsi su di noi da parte dello Spirito che scende in forma di colomba e rallegriamoci di essa!
Perché dobbiamo invitare noi stessi a ciò? Non siamo forse già introdotti nell’economia della salvezza? Non dobbiamo perciò noi tutti essere già illuminati, riconciliati e rivivificati! Magari fosse così! Una volta, ricordando Giovanni Battista, il Signore disse in tono di rimprovero ai Giudei: Giovanni era la lampada accesa per illuminarvi, ma voi vi siete entusiasmati della sua luce solo per un po’ di tempo[3]. Ecco ogni anno nella sua Chiesa il Signore riversa anche su noi la luce della Teofania sul Giordano. Così facendo dice anche a noi: “Ecco dove è la luce che arde ed illumina! Guardate, non vogliate che rallegrarvi nell’ora della sua illuminazione”.
Osservate dunque come è pericoloso il vostro cammino. Non colpiscono alle volte le nostre orecchie grida ingannatrici provenienti dai nemici della nostra salvezza? La vana sapienza proclama: “Venite da me, io ho la luce”. Ma essa non ha la luce, ma solo un’illusione della luce; coloro che l’ascoltano, chiamano la luce tenebra e la tenebra luce. Il mondo chiama: “Venite da me, io vi darò la pace”. Ma esso non ha la pace, ma solo un fantasma della pace e coloro che da essa sono attratti, dopo aver smascherato ormai tardi la menzogna, tenacemente lo condannano dicendo: “La pace, la pace! E dove è la pace?”.
Il principe di questo mondo promette spazi, vita, potenza ed abbondanza. Ma egli non ha né potenza, né libertà, né abbondanza, ma solo i loro fantasmi e quanti sono tratti in inganno da lui solo a parole hanno la vita, la libertà e la ricchezza, mentre in realtà sono schiavi e tormentati dalla mancanza di questi beni. Affrettatevi a conseguire l’abitudine di distinguere tutto ciò e nella luce della Teofania non vi fate trasportare da quello che ha solo il nome di luce, pace e potenza, ma non lo è. Dirigete i vostri passi a Colui che è la via, la verità, la vita, la giustizia, la santificazione e la liberazione.
Ecco, siamo quasi al giudizio ed alla condanna. E che fare, così vuole anche il Signore. Egli comandò alla sua Chiesa di celebrare luminosamente la sua Teofania ed ha voluto introdurre ognuno di noi nella gioia della festa solo attraverso il giudizio della coscienza. Chi ha gustato i doni che la Chiesa celebra, si rallegra e chi non li ha gustati, lo faccia e si rallegrerà.
Trad. A. S.
In: “Messaggero Ortodosso”, Roma, dicembre-gennaio 1984-1985, n. 21-1, p. 2-4.