San Nettario di Egina
San Nettario di Egina è senza alcun dubbio tra i santi della nostra Chiesa di questo XX secolo il più amato e venerato. Il Vescovo della Pentapoli, il Taumaturgo di Egina è molto popolare, naturalmente in Grecia ma anche in tutta la Diaspora Ortodossa di Occidente, dove il suo culto si è notevolmente esteso. Questo, grazie alle sue numerose intercessioni ed innumerevoli guarigioni miracolose. Avendo egli molto sopportato con pazienza per amore di Cristo, la calunnia, il disprezzo e le vessazioni, ha imparato a mostrarsi compassionevole verso le sofferenze di coloro che confidano in lui. Il suo insegnamento, improntato a profonda semplicità, ci mostra quanto egli sia vicino alle nostre preoccupazioni spirituali ed in particolare a quelle dei più piccoli ed umili tra noi.
La via della felicità
Nulla è più grande di un cuore puro, perché un cuore simile diventa trono di Dio. E cosa c’è di più glorioso del trono di Dio? Naturalmente, proprio nulla! A proposito di coloro che hanno un cuore puro Dio dice: “Abiterò e camminerò in mezzo a loro; sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo” (2 Cor. 6,16). Chi oserebbe ancora affermare di essere più felice di queste persone? Di quali beni esse potrebbero pensare di essere private? Tutti i doni e tutti i beni del Santo Spirito non si trovano nelle loro anime felici? Cosa manca ad esse? Invero, non soffrono di nulla perché custodiscono nell’anima loro la ricchezza più preziosa: Dio. Quanto s’ingannano gli uomini quando confidano in sé stessi per andare a cercare altrove la felicità: recandosi in terre lontane, viaggiando in lungo e in largo per il mondo, sognando ricchezze e gloria, rincorrendo la fortuna e i vani piaceri oppure ancora cercando di possedere le cose di questo mondo, che procurano soltanto giorni futuri amari! Costruire la torre della vera felicità al di fuori del proprio cuore equivale a volere costruire un edificio che poggerebbe su fondamenta traballanti e scosse da frequenti terremoti. Una simile costruzione un giorno finirà sicuramente crollando tutta quanta da sola. Fratelli miei, la vera felicità esiste solamente dentro voi stessi e sarà felice colui che avrà capito questo. Scrutate dunque il vostro cuore e dedicate un po’ di tempo a riflettere sulla vostra condizione spirituale. Ha perduto la sua fiducia in Dio? Le vostre coscienze dicono che vi siete allontanati dai comandamenti divini? La coscienza vi accusa di praticare l’ingiustizia e la menzogna, di trascurare i doveri verso Dio ed il prossimo? Esaminatela scrupolosamente: potrebbe pure accadere che pensieri e cattive passioni formicolino nel vostro cuore e che così si sia messo su strade tortuose e invalicabili… Ahimè! colui che ha trascurato il proprio cuore, costui si è volontariamente privato di tutti i beni per sostituirli con altrettanti numerosi mali. Così ha cacciato la gioia lontano da lui ed ora eccolo piombato nell’amarezza, nella tristezza e in ogni sorta di inquietudine. Senza pace interiore, è attanagliato dal tormento e dalla paura. Al posto dell’amore si è collocato l’odio. Spogliandosi dei doni e dei frutti offertigli il Santo Spirito nel momento del battesimo, si è apparentato a tutto ciò che rende l’uomo sudicio e miserabile. Fratelli miei! Dio misericordioso vuole solo la nostra felicità in questa vita quanto nell’altra. A questo fine ha fondato la sua santa Chiesa. Per purificarci attraverso Lei del nostro peccato; per santificarci; per riconciliarci con Lui; per colmarci con le sue benedizioni celesti. Le braccia di questa Chiesa vi sono molto largamente aperte. Accorriamoci presto, quanti abbiamo il cuore appesantito. Corriamoci al più presto e vedremo che la Chiesa ci attende per prendere su di Sé il nostro pesante fardello, per metterci in confidenza con Dio e riempire il cuore di felicità e gioia.
Il Santo Battesimo
“Quanti siete stati battezzati in Cristo, avete indossato su di voi Cristo” (Gal. 3, 27). Quante verità in queste parole dell’Apostolo Paolo! I battezzati in Cristo hanno lasciato l’abito dell’uomo vecchio, macchiato di passioni e cattivi desideri ed hanno indossato quello dell’uomo nuovo, in altri termini Cristo stesso che ora vive nel più profondo del loro cuore. Perché la frase “avete indossato” non ha alcun rapporto con gli abiti che indossiamo. Si tratta qui di un’altra realtà; di una realtà ben più profonda; di qualcosa più essenziale e che nulla vi potrà più togliere. Con il myron (la cresima) ed il battesimo riceviamo realmente come abito il Cristo e diventiamo veri figli di Dio, dimore del Santo Spirito, templi dell’Altissimo. Siamo chiamati alla santità, alla perfezione e alla divinizzazione attraverso la grazia che in tal modo ci viene conferita. Poiché rivestiti di incorruttibilità, eccoci dunque liberi da ogni corruzione. Ormai spogliati dell’uomo peccatore, in cambio siamo rivestiti dell’uomo di giustizia e di grazia. Abbiamo cacciato via la morte riacquistando la vita eterna. Insomma: siamo realmente coscienti dell’impegno che abbiamo preso davanti a Dio al momento del battesimo? Abbiamo capito che da quel momento ci tocca comportarci da autentici figli di Dio e veri fratelli del Nostro Salvatore? Comprendiamo che il primo nostro dovere consiste nel fare concordare la nostra volontà con quella di Dio; che dobbiamo liberarci del peccato; che per noi è imperativo dedicarci alla carità con tutte le nostre forze, con tutta la nostra anima e il nostro cuore; che è nostro dovere lodare e adorare Dio e mantenere il nostro sguardo rivolto con la più grande impazienza verso quell’istante in cui saremo definitivamente uniti a Lui? Abbiamo fatto nostro il pensiero che il nostro cuore ormai non può che straripare di autentico amore affinché non perda mai di vista il prossimo? Siamo, infine, convinti che la nostra unica vocazione è acquisire la santità e la perfezione; che siamo icone viventi di Dio, figli ed eredi del suo Regno, il Regno dei cieli? Per tutte queste ragioni non c’è pausa nella nostra lotta spirituale affinché siamo degni dell’appello che Dio ci ha rivolto in vista di evitarci di subire un giorno l’affronto di essere sconfessati a causa delle nostre azioni. Sì Fratelli miei, cerchiamo di superare vittoriosamente la bella lotta usando zelo e abnegazione. Procediamo con audacia, senza negligenza, senza timore, senza soccombere incessantemente di fronte alle prove: Dio è con noi; Egli è nostro aiuto e nostro sostegno; Egli ci fortifica e ci conforta sul difficile cammino della virtù.
La lotta spirituale
Scopo della nostra vita è raggiungere la perfezione e la santità. Divenire figli degni di Dio ed eredi del suo Regno. Stiamo attenti a privarci di questa vita futura, dando priorità alle cose della vita presente. Non allontaniamoci dallo scopo e dal senso della vera vita privilegiando le preoccupazioni e le tribolazioni che sono inerenti a questo mondo di quaggiù. Digiuno, veglie e preghiera da soli non possono produrre i frutti attesi. In sé non costituiscono il vero scopo; sono solo dei mezzi per raggiungere quel fine. Perciò, ornate i vostri ceri con autentiche virtù. Lottate senza posa per sradicare le passioni che abitano dentro voi. Purificate i vostri cuori da tutte le sporcizie perché diventino la dimora di Dio e il Santo Spirito ci trovi di che riempirlo coi suoi doni divini. Amatissimi, tutte le vostre preoccupazioni e tutte le attenzioni tendano unicamente verso ciò, verso questo solo fine già citato che in nessun caso mai bisognerà trascurare. In vista di questo la vostra preghiera è essenzialmente rivolta a Dio. In ogni istante della vostra esistenza cercate dapprima Dio. Ma cercatelo là dove Egli si trova: dentro il vostro cuore ed unicamente là. E quando infine Lo avrete trovato, state davanti a Lui con sgomento e timore a somiglianza dei Cherubini e dei Serafini perché allora il vostro cuore sarà divenuto il trono di Dio. Tuttavia, per trovare il Signore, umiliatevi ancora più in basso della terra perché Dio ripudia i superbi ma ama al contrario e visita gli umili di cuore. Per questo motivo ha detto per bocca di Isaia (66, 2): “Volgerò il mio sguardo sugli afflitti, su chi ha il cuore contrito e teme la mia parola”. Conduci dunque un buon combattimento e Dio in cambio ti fortificherà. Con questa lotta localizziamo le nostre debolezze, le nostre mancanze e i difetti personali. Perché questa lotta incessante è lo specchio della nostra situazione spirituale: chi non ha mai affrontato questo tipo di lotta, costui neppure sarà stato capace di conoscere il suo reale stato interiore. Attenzione a quelli che considerate “peccatucci”. Se per disattenzione vi capita di cadere in un peccato, soprattutto non disperate: rialzatevi subito, gettatevi in ginocchio davanti a Dio, Il solo capace di rimettervi sulla retta via. Non chiudetevi nella vostra grande tristezza, che serve solo a coprire la vostra superbia. Gli stati di tristezza esagerata ed i momenti di disperazione che ci prendono ci fanno molto torto e finiscono col divenire per noi un vero pericolo. Molto spesso sono soltanto opera del diavolo affinché mettiamo fine alla nostra lotta. Troviamo dentro noi debolezze, passioni e difetti che hanno radici profonde; parecchi invero sono ereditari. Non ci si libera di tutto questo ricorrendo ad espedienti spasmodici o cedendo all’ansietà e alla disperazione, ma ci se ne guarisce usando pazienza, perseveranza, fermezza verso sé stessi, sollecitudine e attenzione. È vero: la strada che conduce alla perfezione è lunga e ardua. Pregate Dio di darvene la forza. Affrontate le cadute con pazienza e una volta alzati, non attardatevi, come fanno abitualmente i piccini, sul luogo della caduta gridando e piangendo per lo più inconsolabili. Restate sempre vigili e pregate in continuazione per non cedere alla tentazione. E se vi capita di cadere in peccati già antichi, soprattutto non disperate perché molti sono per natura potenti e si commettono per abitudine. Tuttavia, col tempo e con la perseveranza, si trova pure il mezzo di vincerli. Per questo non disperate mai!
La preghiera
Primo compito dell’uomo, è la preghiera. In quanto immagine di Dio, egli ha sete di Lui e si sforza con passione di alzarsi sino a Lui. Più l’uomo prega, più spoglia la sua anima di ogni desiderio mondano, più accede ai beni celesti. Ed ancora, più si spoglia dei piaceri di questa vita, più gode la vera gioia che viene dal cielo. Possiamo testimoniare questo per esperienza. Dio gradisce ogni preghiera che gli viene offerta in modo corretto, cioè se la formuliamo coscienti della nostra imperfezione e indegnità. Perciò occorre rinnegare totalmente il maligno che è in noi e sottometterci ai comandamenti divini. Questo richiede che siamo umili e che ci dedichiamo senza rilassamento al vero travaglio spirituale. Affidate a Dio le vostre preoccupazioni. Egli è vostra Provvidenza. Non abbiate paura; non lasciate che il torbido si adagi dentro di voi: Dio scruta le profondità nascoste delle anime e risponde ai desideri alla Sua maniera. Perciò chiedete, non scoraggiatevi e ditevi che non avete diritto di lamentarvi se la vostra attesa non è esaudita. Le vie dell’Altissimo vi sono sconosciute; per questo motivo siate sereni e volgete sempre lo sguardo a Lui. Le preghiere e le richieste da sole non portano la perfezione. Solo il Signore ci conduce verso la perfezione venendo ad abitare in noi ogniqualvolta noi ci conformiamo alla Sua volontà. Prima cosa tra tutte non si deve volere realizzare ad ogni costo i nostri propri desideri ma i Suoi comandamenti. Come gli angeli li praticano in cielo con precisione. Per questo, se Cristo non è in noi, le nostre preghiere e le nostre richieste rimangono vane.
La pace
La pace è un dono divino, riccamente distribuito a tutti coloro che si sono riconciliati con Dio. La pace somiglia alla luce, contrariamente al peccato che è tenebre: un peccatore non può essere mai artefice di pace. Lottate contro il peccato e non siate turbati dal risveglio delle vostre passioni. Se tu ne esci vittorioso, quel risveglio di passioni si trasformerà in gioia e pace. Se soccombi (e fa’ che non sia così) saranno la tristezza e il turbamento ad avere il sopravvento. E se ancora, dopo avere condotto un duro combattimento, succede che il peccato momentaneamente abbia la meglio su di te, tu invece insisti nella lotta e alla fine ne uscirai vittorioso e pacificato. “Cercate di essere in pace con tutti; cercate la santificazione, senza la quale nessuno vedrà il Signore” (Ebrei 12, 14). La pace e la santificazione sono due condizioni necessarie per chi cerca con zelo il volto di Dio. La pace è il fondamento sul quale si costruisce la santificazione. Niente santità in un cuore turbato e collerico. La collera, se perdura nella nostra anima, diventa motivo di odio e di inimicizia. Ecco perché conviene riconciliarsi subito col proprio prossimo. Per non essere privato della grazia divina che santifica i nostri cuori! Chi è in pace con se stesso, costui pacifica anche gli altri e dimora nella pace di Dio.
L’amore (Agape)
Ogni giorno chiedete a Dio che vi faccia la grazia del dono di amare. Custodite con tutta la vigilanza necessaria la qualità delle vostre relazioni con gli altri e testimoniategli il vostro rispetto perché sono “immagini” di Dio. Non lasciatevi affascinare dal solo spettacolo della bellezza del corpo: quando il cuore non è riscaldato da pura preghiera, l’amore si contenta solo del carnale, con la conseguenza di rendere i pensieri confusi e di ridurre il cuore in cenere. Chi è attento a custodire il dono dell’amore nella sua purezza, costui non cadrà nella trappola del Maligno, che consiste a trasformare poco a poco e senza rumore l’amore predicato dall’evangelo in amore puramente sentimentale.
Il discernimento
Vi consiglio in ogni circostanza ragionevolezza e saggezza e di evitare estremismi di ogni sorta. Procedete con discernimento. Parimenti non indebolite il corpo imponendogli eccessi insormontabili. Ricordatevi che l’ascesi del corpo ha come unico scopo aiutare l’anima a raggiungere la perfezione. La sola via possibile per acquisirla è la buona lotta dell’anima. Perciò non tirate la corda più di quanto sia necessario. Sappiate che Dio non impone costrizioni quando distribuisce i Suoi doni: ciò che riceviamo da Lui, lo riceviamo completamente gratis perché la Sua misericordia non ha limiti. Non mirate troppo in alto dedicandovi a grandi atti di ascesi se per altro non possedete prima quelle virtù senza le quali rischiereste di smarrirvi nell’innalzamento e nell’audacia. Fino a quando non si crolla sotto le passioni, si corre il rischio di ingannarsi come accade agli imbecilli e ai presuntuosi. A coloro che si sono spogliati delle passioni, vengono distribuiti come ricompensa i doni della grazia divina; in maniera assolutamente discreta e quando meno se l’aspettano.
L’arroganza
L’arroganza della ragione somiglia alla superbia satanica che rinnega Dio e bestemmia contro il Santo Spirito. Per questo essa si guarisce molto difficilmente. Invece, la fierezza del cuore non è un prodotto della superbia satanica perché deriva da situazioni diverse attraverso molteplici avvenimenti: ricchezza, gloria, onori sia spirituali che fisici (intelligenza, bellezza, forza, abilità...). Tutto questo colpisce il cervello degli insensati; costoro cadono nella vanità senza tuttavia cedere all’ateismo.... Molto spesso il Signore ne ha pietà e si serve della sua divina pedagogia perché ridivengano ragionevoli. Grazie alla contrizione, allora, il loro cuore cessa di correre dietro alle vane glorie e si guarisce. Mi sembra giusto dire che ogni nostra attenzione spirituale dovrebbe concentrarsi sulla necessità di neutralizzare l’arroganza e la superbia dentro di noi insieme ai loro accoliti. Se invece le sostituiamo con la vera umiltà, siamo sicuri allora di possedere il tutto. Perché là dove c’è umiltà in Cristo, là c’è anche il concentrarsi di tutte le virtù che conducono direttamente a Dio.
La nobiltà cristiana
Seguendo il comandamento di Cristo, i cristiani devono tendere alla perfezione e alla santità. La perfezione e la santità cominciano dapprima con lo scavare un profondo solco nell’anima per poi impregnare i nostri pensieri, i desideri, le nostre parole e le nostre azioni. In questo modo tutto ciò che riempie l’anima trabocca anche all’esterno sul carattere dell’uomo intero. Perciò comportiamoci con delicatezza verso tutti. Le nostre parole e le nostre azioni traspirino la grazia del Santo Spirito, di cui nel fondo del cuore siamo i portatori. Allora tutto il nostro vissuto testimonierà che ad essere glorificato è innanzitutto il nome di Dio. Chi misura le parole, misura anche le proprie azioni. Chi fa attenzione a ciò che dice, fa anche attenzione a ciò che sta per fare; mai va oltre la misura e la buona creanza. Perché le parole vane generano odi, inimicizie, tristezze, discordie, turbamenti di ogni genere, persino guerre. Delicatezza dunque e profondo rispetto! Non escano mai dalle nostre labbra parole che feriscano; parole che prima non siano state insaporite con la grazia di Dio. Le parole pronunciate nella nostra bocca siano piene di bontà come se venissero da Cristo stesso e che siano il riflesso del modo in cui coltiviamo la nostra propria anima.
La dossologia
Dovere del cristiano, è rendere sempre gloria a Dio sia col corpo che con lo spirito. Del resto l’uno e l’altro sono la proprietà di Dio e per questo non abbiamo il diritto né di disonorarli né di corromperli. Ogni essere che si ricorda che il suo corpo e il suo spirito appartengono a Dio prova pietà e timore mistico a loro riguardo e ciò contribuisce a preservarli dal peccato restando in costante relazione con Colui che è la causa stessa della loro santificazione, il Signore Dio nostro. Così l’uomo rende parimenti gloria sia col corpo e sia con lo spirito ogni volta che si ricorda che è stato santificato da Dio e che in tal modo egli si è unito a Lui. Ciò diventa possibile ogni volta che egli fa concordare la sua propria volontà con quella di Dio affinché le sue azioni siano conformi ai comandamenti divini. Essere così gradito a Dio, significa testimoniare che non si vive più per sé ma per Dio. Significa costruire il regno dei cieli sulla terra. Tutto diventa pretesto per glorificare il nome del Signore e fare brillare quaggiù la divina scintilla della vera Luce, dolce e gioiosa così come proclamiamo quando celebriamo l’ufficio dei Vespri: “Phõs hilaron … Luce gioiosa della santa gloria, del Padre immortale, santo e beato Gesù Cristo….”! Se veramente prendessimo la decisione di agire così, allora diverremmo il vero cammino che condurrà direttamente a Dio tutti coloro che ancora non l’hanno incontrato o conosciuto.
Testo originale edito dal Monastero del Paracleto (Oropos – Attica/ Grecia 1997). Traduzione dal testo francese.
San Nettario di Egina,
Inno all’amore divinoL’Eros divino – (noi usiamo la parola eros nel significato dei Padri. È l’amore operante, dinamico, che sospinge l’anima uscita fuori da sé, verso Dio) – è l’amore perfetto per Dio, manifestato come desiderio insaziabile del divino. L’eros divino nasce nel cuore purificato dove abita la grazia divina.
L’eros per Dio è un dono divino. Viene offerto all’anima innocente dalla grazia divina che la visita e a lei si rivela.
L’eros divino non si muove in una persona senza una rivelazione divina. L’anima, che non ha ricevuto rivelazione, non è sotto l’influenza della grazia e rimane insensibile all’amore divino.
Gli innamorati del divino sono stati spinti verso l’amore divino dalla grazia di Dio, rivelata all’anima e che agisce nel cuore purificato. È lei che li ha attirati a Dio.
Colui che si è innamorato di Dio è stato amato prima da Dio. Soltanto dopo egli ha amato il divino.
L’innamorato del divino è divenuto prima figlio dell’amore, dopo egli ha amato il Padre Celeste.
Il cuore di colui che ama il Signore non dorme mai; veglia a causa dell’intensità del suo amore.
Se l’uomo dorme per necessità naturale, il cuore, esso, veglia per la lode di Dio.
L’anima ferita dall’eros divino non cerca più nulla oltre il Bene Supremo; si allontana da tutto, prova indifferenza per tutto.
L’anima, innamorata di Dio, si diletta delle parole di Dio e trascorre il tempo nei Suoi Tabernacoli.
Innalza la sua voce per raccontare le meraviglie di Dio e quando conversa, parla della Sua gloria e della Sua maestà.
Canta Dio e Lo loda incessantemente.
Lo serve con zelo.
L’eros divino diventa padrone di tutta quell’anima, la cambia e la fa sua.
L’anima, innamorata di Dio, è felice, perché ha incontrato il Giudice divino che ha colmato i suoi desideri.
Ogni desiderio, ogni affetto, ogni slancio estraneo all’amore divino, essa lo respinge lontano da lei, come spregevole e indegno di lei.
Oh quanto l’amore del divino, sostenuto dall’amore di Dio, innalza nei cieli l’anima innamorata di Dio! Quest’amore, come una nuvola leggera, s’impadronisce dell’anima e la trasporta verso la fonte eterna dell’amore, verso l’amore inesauribile e la riempie di luce eterna.
L’anima, colpita dall’amore divino, gioisce sempre. Permane nell’allegria, trasale di gioia, danza, perché si trova a riposare nell’amore del Signore come su un’acqua tranquilla.
Nulla di ciò in questo mondo che affligge può venire a turbare la sua tranquillità e la sua pace, nulla di triste può togliere la sua gioia e la sua allegria.
L’amore innalza nei cieli l’anima innamorata del divino. Meravigliata, essa si vede separata dai suoi sensi corporali, dal suo stesso corpo. Abbandonandosi totalmente a Dio, si dimentica di se stessa.
L’eros divino procura la familiarità con Dio; la familiarità procura l’audacia, l’audacia il gusto e il gusto la fame.
L’anima, toccata dall’eros divino, non può più pensare ad altra cosa, né desiderare alcunché.
Sospira senza posa e dice: “Signore, quando giungerò a Te e quando vedrò il tuo volto? La mia anima desidera venire da Te, o Dio, come la cerva anela verso i torrenti d’acqua”.
Così è l’eros divino che fa dell’anima una prigioniera.
Oh amore, vero e costante!
Oh amore, somiglianza dell’immagine divina!
Oh amore, dolce gioia dell’anima mia!
Oh amore, divina pienezza del mio cuore!
Oh amore, meditazione incessante del mio spirito!
Tu possiedi sempre l’anima mia, tu l’avvolgi di premure e di calore.
La vivifichi e l’innalzi sino al divino affetto.
Riempi il mio cuore e lo fai ardere d’amore divino, ravvivi il mio desiderio del Giudice Supremo.
Con la tua potenza vivificante corrobori la forza della mia anima; la rendi capace di offrire all’amore divino il culto che gli si deve.
T’impadronisci del mio spirito e lo liberi dei suoi legami terreni.
Lo liberi perché salga senza ostacoli sino all’amore divino nei cieli.
Sei il tesoro più prezioso dei fedeli, il dono più onorabile dei carismi divini.
Sei lo splendore deiforme della mia anima e del mio cuore.
Sei colui che fa dei fedeli dei figli di Dio.
Sei l’ornamento dei credenti ed onori i tuoi amici.
Sei il solo bene perenne, perché sei eterno.
Sei l’abito della bellezza degli amici di Dio, che si presentano così vestiti davanti all’amore divino.
Sei le dolci delizie, perché sei il frutto del Santo Spirito.
Introduci i fedeli santificati nel regno dei cieli.
Sei il profumo soave dei credenti.
Grazie a te, i fedeli comunicano col paradiso delle delizie.
Grazie a te, la luce del sole spirituale s’innalza nell’anima.
Grazie a te, si aprono gli occhi spirituali dei credenti.
Grazie a te, i credenti partecipano alla gloria divina e alla vita eterna.
Grazie a te, nasce in noi il desiderio dei cieli.
Tu ristabilisci il regno di Dio sulla terra.
Tu diffondi la pace tra gli uomini.
Tu fai somigliare la terra ai cieli.
Tu unisci gli uomini agli angeli.
Tu fai salire i nostri canti armoniosi verso Dio.
Tu sei, in tutto, vincitore.
Tu sei al di sopra di tutte le cose.
Tu governi veramente l’universo.
Tu governi con saggezza il mondo.
Sei che tu sostieni e conservi ogni cosa.
TU, tu non cadi mai!
Oh amore, pienezza del mio cuore!
Oh amore, immagine dolcissima di Gesù dolcissimo.
Oh amore, emblema sacro dei discepoli del Signore.
Oh amore, simbolo del dolce Gesù.
Colpisci il mio cuore col tuo desiderio,
riempilo di beni e di bontà, e di gioia.
Fa’ di esso l’abitacolo del Santissimo Spirito.
Brucialo tutto intero con la fiamma divina, affinché consumate le sue miserabili passioni,
sia santificato trascinato alla tua lode senza fine.
Riempi il mio cuore della dolcezza del tuo amore, affinché ami solo il dolcissimo Gesù, il Cristo mio Signore e che gli canti l’inno senza fine, con tutta la mia anima, con tutto il mio cuore, con tutta la mia forza, con tutto il mio spirito. Amìn!
Traduzione dal francese del prof. G. M.
giugno 2006
Gloria a Dio!