ATTI DEI MARTIRI SCILITANI

 

La Chiesa d’Africa si presenta alla storia coi Martiri di Scilium città della Numidia, decapitati in Cartagine il 17 di Luglio 180, sotto l’imperatore Commodo. Marco Aurelio era morto il 17 di Marzo, quell’anno stesso. Questi Atti sono i più antichi a noi noti.

 

 

(redazione latina breve)

 

 

Essendo consoli Presente per la seconda volta e Claudiano, il giorno 17 di luglio, introdotti nell’ufficio giudiziario Sperato, Nàrzalo, Cìttino, Donata, Seconda e Vestia, il proconsole Saturnino disse: “Voi potete meritare la clemenza dell’Imperatore nostro sovrano, se tornate a buon consiglio”. Sperato disse: “Non abbiamo mai fatto male azioni, né abbiamo cooperato nel mal fare. Non abbiamo mai proferito parole colpevoli, anzi, a chi ci ha insultati abbiamo reso grazie: non abbiamo quindi alcun demerito verso il nostro Imperatore”.

Il proconsole Saturnino disse: “Anche noi siamo religiosi, e la nostra religione è semplice: noi giuriamo per il Genio dell’Imperatore nostro sovrano e facciamo sacrificio per la salute di lui.

Voi pure dovete fare questo”.Sperato disse: “Se mi dai ascolto tranquillamente, ti esporrò una religione di incredibile semplicità”.

Saturnino disse: “Se cominci a sparlare delle nostre pratiche di culto non ti darò ascolto; ma piuttosto giura per il Genio dell’Imperatore nostro sovrano”.

Sperato disse: “Io non conosco l’impero di questo mondo; invece servo a quel Dio che nessun uomo ha veduto né può vedere con questi occhi. Non ho mai commesso furto; quello che compero, ne pago la tassa perché riconosco il mio sovrano, re dei re e imperatore di tutte le genti”.

Il proconsole Saturnino, rivolto agli altri, disse: “Rinunziate a questa vostra maniera di pensare”.

Sperato disse: “Pensa malamente chi commette omicidio e depone falsa testimonianza”.

Il proconsole Saturnino disse: “Non vogliate partecipare a questa pazzia”.

Cìttino disse: “Non abbiamo da temere alcun altro fuori del Signore Dio nostro che è nei cieli”.

Donata disse: “Onore a Cesare come a Cesare; timore a Dio solo”.

Vestia disse: “Sono Cristiana”.

Seconda disse: “Quale sono, tale voglio essere”.

Il proconsole Saturnino disse a Sperato: “Persisti come cristiano?”.

Sperato disse: “Io sono cristiano”; e tutti gli altri gli fecero eco.

Il proconsole Saturnino disse: “Volete qualche tempo per decidervi?”.

Sperato disse: “In cosa tanto giusta non occorre altra decisione”.

Il proconsole Saturnino disse: “Che cosa c’è in quel vostro cofanetto”?

Sperato disse: “I Libri (la Bibbia – tà biblìa), e le Epistole di Paolo, uomo giusto”.

Il proconsole Saturnino disse: “Avete trenta giorni di tempo. Riflettete”.

Sperato nuovamente disse: “Sono cristiano”, e tutti ripeterono la stessa parola.

Il proconsole Saturnino pronunziò la sentenza leggendola su la tavoletta: “Ordiniamo che siano decapitati Sperato, Nàrzalo, Cìttino, Donata, Vestia, Seconda e gli altri, rei confessi di vivere secondo il rito Cristiano, perché offerta loro la possibilità di tornare al culto romano, hanno ostinatamente perseverato”.

Sperato disse: “Rendiamo grazie a Dio”.

Nàrzalo disse: “Oggi siamo martiri in cielo; siano rese grazie a Dio”.

Il proconsole Saturnino fece bandire dall’araldo: “Ho ordinato che siano condotti al supplizio Sperato, Nàrzalo, Cìttino, Veturio, Felice, Aquilino, Letanzio, Ianuaria, Generosa, Vestia, Donata e Seconda”.

Tutti dissero: “Grazie a Dio”.

Così tutti insieme ricevettero la corona del martirio e regnano col Padre, col Figlio e con lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

 

(da: P. VANNUTELLI – a cura di – , Atti dei Martiri 1, Città del Vaticano, ristampa 1962, 6-11)

 

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