I CONCILI ECUMENICI

 

Arch. Justin Popovic

 

 

 

L’autocoscienza della Chiesa fondamentalmente è sempre cattolica (sobornaja), poiché sempre è divino-umana. Il Dio-Uomo Gesù Cristo è la sostanza e la garanzia dell’unità e dell’unicità dell’autocoscienza della Chiesa, poiché egli è l’Unico Capo della Chiesa. Tutto nella Chiesa è cattolico (sobornoje): lo spirito, il cuore, la coscienza, la volontà, la vita e la preghiera, ogni sacramento ed ogni virtù santa. Questa “buona notizia” (evangelion), ispirata da Dio, è annunciata dall’Apostolo Paolo: “Noi abbiamo lo spirito del Cristo”[1]. Quest’universale cattolicità (sobornost’) ha il suo linguaggio nei concili ecumenici. Essi sono il perfetto osservatorio della consapevolezza cattolica (sobornaja) e dell’autocoscienza della Chiesa e, oltre a tutto, della sua coscienza e coscienziosità divino-umana. Dio “abita nei Santi” ed in loro è presente la autocoscienza e la coscienza divinizzata e divino-umana della Chiesa. Questa, in quanto Dio-Verbo incarnato, e con ciò Verità incarnata, per ciò stesso è il supremo criterio della Verità, il supremo tribunale della Verità[2] e di conseguenza la lingua della Verità. Ed i concili ecumenici, in tutto e per tutto divino-umani, sono in realtà questo linguaggio divino e la bocca della Verità. Poiché con tutto il loro essere sono l’espressione del Dio-Uomo e dello Spirito della Verità[3], essi conoscono, essi hanno ed esprimono tutta la Verità divino-umana, trinitaria della Chiesa. La Verità trinitaria si esprime per mezzo dei Santi Padri dei concili, santi Teofori che parlano la lingua del Cristo.

Quanto s’è detto della Chiesa come Dio-Uomo, costituisce anche la fede divino-umana dell’Evangelo, grazie alla quale la Chiesa è immortale ed invincibile. Questa fede evangelica, divino-umana, è la fede dei Santi Apostoli, dei Santi Padri, dei Santi Concili ecumenici e locali. Grazie ad essa la Chiesa è la Chiesa, è il Dio-Uomo, la seconda Persona della Santissima Trinità incarnata. Per questa fede divino-umana, che dal Dio-Uomo è stata data “una volta ai Santi”[4], la Chiesa è conciliare (sobornaja), cattolica ed universale. Questo principio è espresso convincentemente da san Massimo il Confessore: “La professione ortodossa e salvifica della fede costituisce la Chiesa cattolica (sobornja)”[5]. Questa verità apostolica senz’alcun timore e saggiamente testimonia il discepolo degli Apostoli, sant’Ignazio Teoforo, annunciando l’apostolica verità rivelata da Dio nella Chiesa: “Dov’è Gesù Cristo, lì è la Chiesa cattolica”[6]. San Clemente papa di Roma tuona: “La Chiesa si manifesta nel Corpo del Cristo”[7]. Il tredicesimo Apostolo, sant’Atanasio il grande, annuncia la Buona Notizia: “La Chiesa è il riflesso e l’immagine del Cristo”[8].

Questa fede divino-umana è in realtà la prima ed unica vera fede: Dio s’è fatto uomo, s’è fatto Chiesa e da ciò deriva la salvezza, l’illuminazione, la trasformazione in Dio-Uomo, la trasfigurazione e la trasformazione in Cristo ed in Trinità del genere umano. In realtà, di questa fede divino-umana, in quanto perfetta, salvatrice ed unica vera fede, parla tutto l’Evangelo dell’Apostolo Paolo, in particolare la lettera ai Galati[9] e quella agli Ebrei. Questa fede è chiamata da sant’Ignazio il Teoforo “immutabile fede”[10]. A questa fede non c’è nulla da aggiungere né togliere: essa è perfetta sotto ogni aspetto. Di questa fede divina ed umana sono testimoni, custodi e confessori i Santi Concili Ecumenici.

I Padri del III Concilio Ecumenico dichiarano: “Questo santo Concilio ha fatto suo presidente e suo capo il Cristo in persona. Per comune accordo di tutti i Santi Padri il Concilio ha condannato la dottrina di Nestorio ed ha testimoniato la purezza e la superiorità della tradizione evangelica ed apostolica”[11]. Gli stessi Padri annunciano: “Qual è l’immensità di Dio Logos incarnato? La Chiesa. E che cosa è lui stesso? Il Capo del Corpo della Chiesa[12]. La Chiesa è l’architetto, poiché dirige i concetti della nostra fede”[13]. I Padri del IV Concilio Ecumenico ci trasmettono la Buona Notizia: “La Chiesa è il corpo dei fedeli[14]. Tutti coloro che appartengono al Cristo, si uniscono in un solo corpo del Cristo[15]. Il Cristo è il capo, e noi, di conseguenza, ne siamo i membri e dobbiamo costituire un solo corpo con la nostra unità di pensiero e di fede”[16]. I Santi Padri del VI Concilio Ecumenico dichiarano: “Noi siamo membri l’uno dell’altro e costituiamo l’unico corpo di Cristo grazie alla nostra unità di pensiero nei riguardi del Signore Gesù e di ognuno di noi, ed alla fede”. Gli stessi Padri così si esprimono sul Simbolo della Fede: A Nicea, al celebre e grande Concilio, la Santa Trinità ha dettato il Simbolo delle fede ed ha condannato Ario[17].

Conservare e professare intatta la fede apostolica e dei Santi Padri è la maggior preoccupazione di tutti i Padri dei Concili ecumenici. Così la principale preoccupazione dei Padri del VI Concilio ecumenico consiste nel conservare indenne ed incolume il criterio della fede apostolica ed evangelica: seguire tutto ciò che i precedenti Concili ecumenici hanno deciso a difesa della fede[18]. Giacché unica ed identica è la fede che hanno professato i primi quattro concili ed il quinto con loro[19]. I Padri del V Concilio ecumenico dichiarano: “Noi in tutto seguiamo i Santi Padri e Dottori della Santa Chiesa di Dio, cioè Atanasio, Ilario, Basilio, Gregorio il Teologo e Gregorio Nisseno, Ambrogio, Proclo, Leone ed accettiamo tutto ciò che essi hanno scritto ed esposto sulla vera fede e sulla condanna degli eretici. Noi abbiamo sempre tenuto fede e continuiamo a tenerla a ciò che dall’inizio è stato insegnato dal Dio Salvatore nostro Gesù Cristo ai Santi Apostoli e da essi predicato a tutto il mondo e spiegato dai Santi Padri ed in particolare da quelli che hanno partecipato ai quattro Concili ecumenici, che noi in tutto e completamente seguiamo. Quindi dichiariamo che abbiamo tenuto fede e teniamo fede a tutto ciò che i summenzionati quattro Concili ecumenici hanno deciso e prescritto, poiché essi, anche se tenuti in varie epoche, hanno tuttavia conservato e promulgato un’unica ed identica professione di fede. Per la concordia nelle Chiese è necessario attenersi completamente ai Santi quattro Concili e conservare integro ciò che essi hanno prescritto”[20]. “Ed i Santi Padri hanno prescritto ciò sotto la guida del Santo Spirito che ha parlato per bocca loro”[21].

I dogmi sono eterne verità divino-umane. Essi non possono essere compresi completamente né escogitati da menti umane. “Le cose sante ai Santi!”. I dogmi si possono comprendere sino ad un certo punto e ciò con la mente del Cristo, con una mente che s’identifica a quella del Cristo. I Padri del VII Concilio ecumenico proclamano tuonando: “I dogmi sono opera non degli imperatori, ma dei vescovi, poiché noi abbiamo la mente del Cristo”[22]. Il presidente del VII Concilio ecumenico, il patriarca Tarasio, dichiara ai Padri convenuti: “Per quanto riguarda i dogmi, un errore sia piccolo o grande, è la stessa cosa, poiché sia nell’uno che nell’altro caso si offende la legge di Dio”[23]. “Tra i Padri non c’è alcun dissenso; al contrario essi, come se avessero un’anima sola, predicano la stessa verità[24]. Tutto ciò che nella Chiesa di Dio è stabilito a gloria e ad onore di Dio, è santo e deve essere rispettato”[25]. I nostri Santi Padri sono i custodi della Chiesa universale; essi incessantemente fanno la guardia sui bastioni spirituali della fede; essi hanno respinto tutti gli eserciti dei nemici e con la spada spirituale hanno annientato le antiche eresie ed errori. Il VII Concilio ecumenico dichiara: “Ci correggano gli insegnamenti dei Padri attraverso i quali ha parlato Dio. Attingendo ad essi, noi abbiamo bevuto la verità; seguendoli, abbiamo cacciato la menzogna, istruiti da loro, con amore accogliamo le venerabili icone. I Padri predicano e noi rimaniamo figli obbedienti ed andiamo superbi di fronte all’immagine della Madre fondandoci sulla tradizione della Chiesa universale. Credendo in un solo Dio, glorificato nella Trinità, con amore accogliamo le venerabili icone e coloro che non le accettano, siano anatematizzati e siano allontanati dalla Chiesa. Noi seguiamo l’antica legislazione della Chiesa e ci atteniamo ai comandamenti dei Padri. Anatematizziamo sia coloro che aggiungono qualcosa all’insegnamento della Chiesa universale come quelli che ad esso tolgono. Attenendoci in tutto all’insegnamento dei nostri Padri Teofori, noi professiamo la loro dottrina con una sola voce ed un solo cuore, non aggiungendo né togliendo nulla a ciò che ci è stato tramandato. Al contrario ci confermiamo in essa, ci rafforziamo in essa. Noi professiamo ed insegniamo così come hanno prescritto e confermato i precedenti santi Concili”[26].

Dopo che il VII Concilio Ecumenico prese le misure necessarie ed ogni partecipante vi appose la propria firma aggiungendo la formula: “Ho prescritto ed ho sottoscritto”, il Concilio dichiarò: “Noi tutti così crediamo, tutti così pensiamo, tutti siamo in ciò unanimi ed abbiamo apposto le nostre firme. Questa è la fede degli Apostoli, questa è la fede ortodossa; questa fede ha confermato l’universo”[27]. Nella lettera che a proposito del loro lavoro i Santi Padri del VII Concilio Ecumenico inviarono ai chierici ed al clero di Costantinopoli, si legge: “Noi abbiamo seguito la tradizione della Chiesa cattolica (sobornaja) e nulla abbiamo tolto né aggiunto e con gioia accettiamo tutto ciò che dall’inizio ha accolto per iscritto ed oralmente la santa Chiesa Cattolica (sobornaja), ed in quest’ambito le icone apportatrici di vita. Tutto ciò che hanno respinto i divini Padri, anche noi respingiamo e consideriamo avverso alla Chiesa. Il vero ed autentico criterio della Chiesa consiste nel non permettere che nella Chiesa siano introdotte innovazioni e nello stesso tempo nel non respingere alcunché. E così, seguendo la legge dei Padri e ricevuta la Grazia da un solo Spirito, abbiamo conservato immutato e nulla tolto a tutto ciò che si riferisce alla Chiesa, così come ci hanno trasmesso i sei concili ecumenici e quanto essi hanno lasciato degno di venerazione, noi abbiamo accettato senz’alcuna incertezza. Quanti poi aggiungono qualcosa all’insegnamento della Chiesa cattolica (sobornaja) o ne tolgono, costoro noi anatematizziamo. Stando così le cose e poiché abbiamo confermato tutto ciò, con gioia ed amore accogliamo le norme divine, esposte dalla tromba del Santo Spirito, dai gloriosi Apostoli e dai sei Santi Concili ecumenici come pure dai concili locali, che si sono riuniti per prendere questi provvedimenti, ed infine sono state illustrate da parte dei nostri Santi Padri. Essi tutti furono illuminati da uno stesso Spirito ed hanno sanzionato ciò che è utile. E chi essi anatematizzano, anatematizziamo anche noi e chi hanno rimosso, anche noi deponiamo. Coloro infine che si sottopongono a penitenza, a costoro confermiamo questa misura”[28].

 

 

da: “Dogmatika Pravoslavne Crkve” III, Beograd 1973, pp. 227-232. Trad. di A. S.

in: “Messaggero Ortodosso”, Roma agosto-settembre 1985, pp. 1-7.


 

[1] Corinti 2,16.

[2] Cfr. Matteo 18, 17.

[3] Giovanni 15, 28; 16, 13.

[4] Giuda 3

[5] P. Gr. t. 90, col. 93D.

[6] Epist. Ad Smyrnaeos 8.

[7] Epist. II Ad Corinthios.

[8] Contra Arianos 11, 80; P. Gr. t. 26 col. 316B.

[9] 2, 22-29.

[10] Epist. Ad Smyrnaeos I.

[11] Djejanija Vselenskih Soborov, t. VII p. 28l; Kazan’ 1909.

[12] Ibidem, p. 208.

[13] Ibidem p. 521.

[14] Ibidem p.53l; t. IV, Kazan’ 1865.

[15] Ibidem p. 514.

[16] Ibidem, p. 232, t. VI, Kazan’, 1908.

[17] Ibidem, p. 233.

[18] Ibidem, p. 18, t. V, Kazan’ 1914.

[19] Ibidem, p. 19.

[20] Ibidem, p. 20, 21, 23, 24.

[21] Ibidem, p. 151.

[22] Ibidem, p. 22 t. VII, Kazan’ 1909.

[23] Ibidem, p. 52.

[24] Ibidem, p. 55.

[25] Ibidem, p. 68.

[26] Ibidem, p. 160, 170; cfr. ibid. p. 205.

[27] Ibidem, p.293.

[28] Ibidem.

 

 

 

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