Padre, sia fatta la tua volontà
Mai è così difficile dire dal profondo del cuore: “Padre, sia fatta la tua volontà”, come nei momenti di profondo affanno, quando si è colpiti da grave malattia e specialmente allorché si è vittima dell’ingiustizia umana o degli attacchi e delle insidie del demonio. È difficile dire dal profondo del cuore: “Sia fatta la tua volontà”, anche quando noi stessi siamo responsabili di qualche disgrazia, poiché crediamo che non sia stata la volontà di Dio, ma la nostra a ridurci in una siffatta situazione, sebbene nulla accada se non per volontà di Dio. In genere è difficile credere nel nostro intimo che è volontà di Dio la nostra sofferenza, quando il cuore sa, per fede e per esperienza, che Dio è la nostra felicità, per cui è difficile anche dire nell’infelicità: “Sia fatta la tua volontà”. Noi ci chiediamo: “È possibile che questa sia la volontà di Dio? Perché Dio ci tormenta? Perché altri sono tranquilli e felici? Che cosa abbiamo fatto? Avrà un fine la nostra sofferenza?”. Ma se alla nostra natura corrotta è difficile riconoscere sopra di sé la volontà di Dio, e piegarsi ad essa umilmente, allora l’uomo si sottometta alla volontà di Dio ed offra al Signore la sua vittima più preziosa, si affidi cioè a lui di tutto cuore non solo nei momenti di quiete e di felicità, ma anche negli affanni e nelle disgrazie. Sottometta la sua vana e inconsistente sapienza a quella perfetta di Dio, poiché quanto dista il Cielo dalla terra, altrettanto distano i nostri pensieri da quelli di Dio (Isaia 55, 8-9). Ogni uomo offra a Dio il suo Isacco, il proprio unigenito, il proprio prediletto, il suo promesso (a cui erano stati promessi pace e felicità, non affanni) come vittima a Dio e gli provi la sua fede e la sua obbedienza, per essere degno dei doni di Dio già ricevuti o che riceverà.
San Giovanni di Kronstadt