Il Parere di un Monaco Ortodosso Romeno sull’Ecumenismo
padre Arsenie Papacioc
Il monaco intervistato ha scritto un libro contrario all’ecumenismo fornendo una risposta tradizionale ortodossa. L’atteggiamento nella Chiesa ortodossa romena verso questo libro non è stato uniforme. Alcuni ne sono stati così contrari da farne proibire la lettura. È interessante il modo in cui il monaco risponde alle domande, senza polemica ma con grande fermezza.
La traduzione dell’intervista è sul senso di quanto è stato detto. A volte l’intervistatore e il monaco intervistato non si esprimono molto chiaramente. Questo ha obbligato il traduttore a rendere più chiaro il testo inserendo qualche interpolazione.
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Intervistatore: Davanti a quest’aggressivo ecumenismo, quale dovrebbe essere il nostro piano per proteggerci quando ci confrontiamo con esso?
Monaco: “Io sono la via, la verità e la vita„ (Gv 14, 6), questo è il piano.
Intervistatore: C’è qualcosa di più concreto? Ci sono molti monaci e cristiani che chiedono cosa si dovrebbe leggere…
Monaco: Con questa domanda lei sta attaccando…
Intervistatore: È una domanda richiesta, padre, perché…
Monaco: Devono rispettare la vita cristiana. Essere onesti, seri, fare prediche che trattano su questo movimento. Essere come qualcuno ieri ha detto riferendo il caso di un cristiano di grande bellezza spirituale, assai colto, un uomo fedele, che aveva fatto innamorare una ragazza e neppure lo sapeva. Lui andava in chiesa, facendolo in modo convincente senza dimostrare alcunché. Era realmente credente. Non multa sed multum: non molte cose ma molto bene. Questo modo di vivere seriamente, con un cuore tenero è quanto dovrebbe essere praticato. Questo è quanto possiamo fare. Non dovremmo essere vigliacchi da non difendere la verità quando viene attaccata. Secondo la qualità del combattente, se uno combatte senza una strategia, fa un grande errore come ad esempio, parlare quando è necessario stare zitti. Se si è circondati da eretici, per metodo si deve avere un solo pensiero: sto pregando Dio, voi non esistete. Quando state facendo questo per tutta la vostra vita, la gente vedrà che le altre persone sono contro la croce. Io credo nella Madre di Dio, gli altri non esistono. E così accade. Mi sono maturato in situazioni come questa, ho attuato la mia strategia.
Una volta a Pascani, dietro la stazione ferroviaria, c’era una calca di persone attorno ad un predicatore: quando questo vide il mio volto s’impaurì. Stavo andando verso di lui con grande sicurezza. Lui avrà pensato che mi avvicinavo per contrastarlo, poiché la gente teme quando racconta delle bugie. I diavoli temono Dio, pur dichiarandosi Dio. Voi siete Dio, voi che gridate? Non ho fatto nient’altro. Il predicatore stava parlando della croce. Gli ho chiesto: perché non fate il segno della croce? Ho avuto questa strategia. Gli ho indicato quanto sta scritto [nella Bibbia]. Egli mi ha risposto: “Sta citando la sua Bibbia„. Casualmente avevo con me il Nuovo Testamento. Quando ha visto la mia Bibbia, ha notato che ero preparato per contrastarlo. Gli ho indicato cosa dice l’apostolo riguardo alla croce: per noi è salvezza per i nemici è follia. In una battaglia, la strategia riveste una gran parte. Può accadere quant’è successo a Stefano il Grande che ha ingannato il suo nemico soltanto con un piccolo numero di soldati che imbrogliarono i Turchi. Li attirarono in una palude e li cancellarono dalla faccia della terra. Qualunque cosa stai facendo nella tua vita spirituale devi anche avere una strategia. La gente non può capire il motivo per cui dico questo, ma lo dico ancora. Dio non ha bisogno delle nostre parole ma dei nostri cuori, in modo che si stabilisca la presenza divina in noi. E Dio ama un cuore elevato.
Intervistatore: Ai monaci più giovani o ai cristiani, che parlano contro l’ecumenismo, viene loro detto che devono ascoltare o difettano nell’amore o non sono preparati. Dica loro una parola, perché si domandano se questo è vero…
Monaco: Se stai chiedendo solo una parola, è facile sentirla ma è duro capirla. Quando si parla della fede, non esiste giovane o uomo o donna che abbia sufficiente esperienza.
Intervistatore: Sì, ma si chiede loro di stare in silenzio.
Monaco: Mio fratello, che è un monaco, non sta in monastero perché non ha altra preoccupazione. È lì per diventare qualcosa di più, perché sta con Dio. Ciò significa che ha un grande regalo e quando entrò in monastero, ha dovuto accettare i voti monastici. Comunque chiunque sia, giovane o vecchio, è responsabile della Sposa di Gesù.
Intervistatore: Ma questo non contraddice il voto di obbedienza? Ai monaci che parlano contro l’ecumenismo viene detto “dovete obbedire, quindi non dovete esprimervi!„. Questi sono casi reali, ci sono luoghi in cui il vostro libro è proibito e ai giovani monaci è vietato di esprimersi.
Monaco: Vietare il libro è inizio e causa di difficoltà …
Intervistatore: Sì, ma ci sono monaci che si chiedono: dovrei obbedire oppure no?
Monaco: Mio caro, questa è una questione difficile solo per una scuola elementare: non dovete obbedire senza Cristo! Si deve ascoltare la verità e si va in monastero per sapere che là vi è Cristo. Obbedienza in tutti i casi, ma… lasciami fare un esempio.
Un fratello molto semplice s’incamminò per entrare in monastero con un patto segreto: parlare continuamente sulla pace, perché la pace è quattro volte più forte della giustizia. Colui che s’incamminava con lui gli disse: “Non è forse giusto il tal fatto?”. L’altro rispose di sì. Allora questo aggiunse pure: “Non è vero che Cristo non fu Figlio di Dio?”. Quando il primo sentì questa domanda non rispose. Rimase in silenzio perché in noi c’è tutto per poter giungere alla salvezza. I due continuarono ad incamminarsi assieme per il monastero. Prima di entrarvi, comparve un animale mostruoso, insolito per quel posto. Il mostro attaccò il secondo fratello che gridò al primo. Il primo allora rispose ad alta voce: “Mi chiedi che hai fatto? Hai deriso Cristo!”.
Egli, infatti, non confessò Cristo. Questa storia è la risposta alla tua domanda.
Io devo ascoltare solo coloro che ascoltano Cristo. Devo ascoltare solo l’insegnamento cristiano. È questo il motivo per cui sono in monastero. Tutto il resto sono incidenti nella storia del monachesimo e della nostra Chiesa. Il tradimento di Giuda conferma più d’ogni altra cosa la verità della presenza divina.