Un parere e una testimonianza ortodossa*
Santissimi Padri,
La posizione presa nei confronti degli eretici – ed eretici sono tutti i non ortodossi – dalla Chiesa di Cristo, è stabilita una volta per tutte, e per sempre, dai Santi Apostoli e dai Santi Padri, ossia attraverso la Santa Teantropica [= Divino-umana] Tradizione, l’Unica e Immutata. In base a questa posizione, è stato proibito agli ortodossi ogni preghiera comune e qualsiasi comunicazione celebrativa con gli eretici. Poiché «cosa c’è in comune tra la giustizia e l’iniquità? cosa c’è in comune tra la luce e la tenebra? che intesa c’è tra Cristo e Veliar? o cosa ha in comune il credente con l’infedele?» (II Cor. 6, 14-15). Il 45° canone dei Santi Apostoli precisa: «Qualsiasi vescovo, prete o diacono che prega con gli eretici sia sospeso, e se ha loro permesso di compiere delle azioni, in quanto membri del clero, sia deposto». (Ugualmente stabiliscono anche il 46° e il 65° canone Apostolico, e anche il 33° del Sinodo di Laodicea).
Questo sacro canone dei santi Apostoli non specifica esattamente quale preghiera o ufficio è proibito, ma vieta ogni preghiera comune con gli eretici, sia anche quella privata («συνευξάμενος» [«pregare in comune»]). Invece non succede forse molto più di questo nelle preghiere comuni ecumenistiche? Il 32° canone di Laodicea precisa: «Non si devono ricevere benedizioni dagli eretici, le quali sono piuttosto irragionevolezze che benedizioni». Ma non succede forse questo nei comuni incontri ecumenistici e nelle loro preghiere comuni dove benedicono gli eretici romano-cattolici vescovi e sacerdoti, pastori protestanti, e ancora anche delle donne? (!).
Questi canoni e tutti quelli relativi dei santi Apostoli e dei santi Padri, valgono non solo nell’epoca antica, ma continuano ad avere assoluto vigore ancora oggi, per tutti noi i moderni cristiani ortodossi. Sono indubbiamente validi anche nella nostra posizione nei confronti dei romano-cattolici e dei protestanti. Perché da una parte il cattolicesimo-romano è una molteplice eresia, dall’altra parte, invece, cosa si può dire del protestantesimo? Meglio non parlarne. Già San Saba nella sua epoca, sette secoli e mezzo fa, non chiamava forse il cattolicesimo-romano «eresia latina»? E quante nuove dottrine, da allora, il papa non inventò e dogmatizzò «infallibilmente»! Non ci può essere alcun dubbio, che attraverso la dottrina dell’infallibilità del papa, il cattolicesimo-romano divenne arcieresia.
E il tanto lodevole Concilio Vaticano II non cambiò niente riguardo questa mostruosa eresia, ma, al contrario, la ratificò (Vedi la Constitutio de Ecclesia del Concilio Vaticano II).
Per questo motivo, se siamo ortodossi e ortodossi vogliamo rimanere, allora dobbiamo anche noi tenere l’atteggiamento di San Saba, di San Marco d’Efeso, di San Kosma di Etolia, di San Giovanni di Kronstadt e degli altri santi Confessori e Martiri e Neomartiri della Chiesa Ortodossa, nei confronti dei romano-cattolici e dei protestanti, dei quali né gli uni né gli altri credono rettamente e in modo ortodosso ai due principali dogmi del Cristianesimo: nella Santa Trinità e nella Chiesa.
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È più che vero l’Evangelo del santo Apostolo: «salvezza, nella santificazione e nella fede della verità» (II Tess. 2, 13). La fede teantropica è «la fede della Verità». L’essenza di questa fede è la Verità, è l’unica Onni-verità, cioè il Teantropo Cristo. L’amore teantropico, poi, è «l’amore della verità» (II Tess. 2, 10). Cioè l’essenza di questo amore è l’Onni-verità, vale a dire il Teantropo Cristo. E questa Fede e questo Amore sono il cuore e la coscienza della Chiesa Ortodossa. Tutte queste cose furono custodite intatte e non deformate soltanto nella martirizzata Ortodossia dei santi Padri, per la quale i Cristiani ortodossi sono chiamati a testimoniare intrepidamente dinnanzi all’Occidente, alla sua falsa fede e al suo falso amore.
Sacro Monastero di Celije,
l’indegno Archimandrita Justin.
Dal libro: «CONOSCI LA GRANDEZZA DELL’ORTODOSSIA» [in greco],
Orthodoxos Kipseli, Tessalonica 2007.Tradotto a cura di © Tradizione Cristiana
Maggio 2009
* Questo parere indirizzato al Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Serba fu inviato dal Padre Justin nel 13/26 Novembre del 1974.